Progetto “Cucina Arcobaleno”, corso di cucina mediterranea per donne trans detenute nella Centro Penitenziario di Secondigliano

RELAZIONE ATTIVITA’

Progetto “CUCINA ARCOBALENO” del Comune di Napoli.
Avviso Pubblico finanziamenti ai Comuni per la realizzazione di attività volte alla riduzione dei fenomeni discriminatori e alla promozione delle adesioni alla Rete READY – Sovvenzione Città Metropolitana di Napoli. 

Come primo step si è proceduto alla costituzione di una segreteria organizzativa interna finalizzata alla gestione delle varie fasi progettuali e successivamente con la promozione del progetto e alla realizzazione di materiale grafico e pubblicitario finalizzato ad una adeguata diffusione dell’opportunità formativa messa a disposizione delle persone LGBT+ in particolare delle persone transgender e gender non conforming.  La segreteria organizzativa ha avuto sede presso la Casa delle culture e dell’accoglienza LGBTQI+.

Il progetto intendeva fornire uno strumento educativo/formativo per facilitare l’inserimento nel mercato del lavoro di soggetti LGBTQI+ ospiti della casa di accoglienza comunale o appartenenti alle cosiddette fasce deboli attraverso un’esperienza professionalizzante.

Sono stati individuati nel settore food, soprattutto nella conservazione e nella trasmissione dei tratti caratteristici peculiari della nostra cucina mediterranea, i percorsi professionalizzati offerti alle beneficiarie.

Il progetto ha avuto purtroppo visto una complessa fase di avvio. E’ stato complesso individuare le persone beneficiarie (in prevalenza persone transessuali) per le difficoltà nate con la crisi pandemica da covid-19, tant’è che sono state chieste più proroghe per il termine delle attività, che si sono chiuse il 31 luglio del 2023 (come previsto dall’ultima proroga accordata).

Si è deciso di offrire l’opportunità formativa professionalizzate alla parte della comunità LGBTQI+ più a rischio di marginalità sociale e con maggiori difficoltà nell’inserimento lavorativo, ovvero alle persone transgender, in particolar modo abbiamo incrociato l’esplicita richiesta del Centro Penitenziario “Pasquale Mandato” Secondigliano, dove sono detenute le persone transgender trasferite dalla Casa Circondariale di Poggioreale e che già seguivamo grazie ad un protocollo  “Al di là del muro” attivo da alcuni anni con quest’ultima struttura. Pertanto, condividendo la scelta con l’ufficio Giovani e Pari Opportunità del Comune di Napoli e con l’avvallo della Direzione educativa della Casa Circondariale di Secondigliano, abbiamo proposto e portato avanti un corso di “Cucina mediterranea” alle detenute transgender (circa 20, numero variabile per motivi legati alla detenzione) a Secondigliano.

Sono state scelte come docenti, e autorizzati dalla direzione penitenziali, due donne transgender, Rosa Rubino, già attiva in carcare con il suddetto protocollo “Al di la del muro” e operatrice sociale presso la cooperativa Dedalus, e Luigia Piscitelli, esperta in cucina mediterranea e in lavorazione del pane.

Il corso proposto da Antinoo Arcigay Napoli, ha avuto l’obiettivo di insegnare cucina e pasticceria alle persone transgender detenute nella C.C. di Secondigliano Pasquale Mandato alla sezione 6°.
Le lezioni di cucina si sono tenute a un totale di 15/20 utenti, che entravano e uscivano in base alle esigenze, con la seguente modalità: le ragazze si dividevano in gruppi di lavoro da 3 persone, che si alternavano a rotazione al termine di 30/40 minuti di lavoro.
Le utenti si sono mostrate interessate e partecipative alle attività proposte, imparando le più importanti tecniche di cucina, impasto e dosaggio, e condivisione delle ricette tipiche della tradizione napoletana e non, prendendo spunto anche del loro bagaglio culturale.  Inoltre è stata anche occasione di ascolto e supporto psicologico alle problematiche delle ragazze.
In occasione dell’appuntamento finale del corso voluto dalla direzione penitenziaria, è stato  servito un rinfresco di cucina e pasticceria, preparato dalle ragazze del carcere, con la partecipazione del comandante e di alcuni agenti della polizia penitenziaria di Secondigliano.

Il progetto è unico nel suo genere nel nostro Paese e rappresenta una buona prassi che va assolutamente replicata, fatta conoscere e riproposta.