Antinoo Arcigay Napoli esprime con fermezza e determinazione il proprio motivato disappunto per l’editoriale dal titolo “Quella pesca in Tv che ha acceso i social” firmato da Bruno Vespa, pubblicato dal quotidiano Il Mattino (e su altre testate) e dedicato al quantomeno controverso spot di una conosciuta catena di supermercati che utilizza la presunta tristezza dei figli di coppie separate per promuovere la vendita dei propri prodotti.
A prescindere dalla valutazione positiva dello spot in questione, valutazione legittimamente espressa da Vespa nel suo editoriale e su cui si può essere o meno in accordo, a seconda delle proprie esperienze personali, della propria sensibilità verso l’argomento o anche del proprio orientamento politico, dacché è innegabile che quello spot strizzi l’occhio a una certa cultura politica, ciò che ci indigna e ci sgomenta è il sillogismo, pericoloso e manicheo, per cui, secondo Vespa, da un lato ci sarebbero quelli a cui lo spot è piaciuto e che ne hanno dunque compreso il messaggio positivo e dall’altra ci sarebbero invece quelli del “politicamente corretto” che, nel criticare lo spot, metterebbero in discussione “lo stesso concetto di famiglia eterosessuale”.
Questi ultimi, per Vespa, sarebbero espressione della “nuova normalità”, quella che accetta che due uomini si bacino sul palco di Sanremo, che le fiction abbiano personaggi gay, che due persone dello stesso sesso possano sposarsi e rivendicare il diritto alla genitorialità.
In virtù di questo sillogismo e sollevando la paura, in maniera artatamente manipolatoria, di un “isolamento nelle catacombe” dei “poveri eterosessuali”, Vespa chiama alle armi chi la pensa come lui, chi è in linea con “la vecchia normalità” – quella che per intenderci apprezza il retorico spot che per vendere le pesche colpevolizza i genitori che si separano – dichiarando che questa, contro la “nuova normalità”, “è una battaglia che vale la pena combattere”.
A suscitare indignazione e sgomento è proprio questa tensione a una sorta di crociata che, prendendo lo spunto da uno spot che non ha nulla a che vedere con le lotte di rivendicazione delle persone LGBT+, fomenta odio e contrapposizione sociale, soprattutto contro le persone omosessuali.
In un momento storico drammaticamente segnato da episodi di odio e violenza nei confronti delle minoranze, messaggi di questo genere allarmano e preoccupano, minando tenuta democratica e coesione sociale, individuando ideologicamente un “nemico” da combattere laddove non c’è alcun nemico e alcun pericolo ma, al limite, solo la legittima richiesta di uguali diritti e uguali tutele (e lo spot e la pesca non c’entrano nulla).
Da subito la nostra Associazione ha chiesto al giornale Il Mattino di poter controbattere e replicare, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta da parte del quotidiano partenopeo.