Dopo l’aggressione allo Scafati Pride e l’assist fornito al sindaco anti-pride, dopo l’aggressione al policlinico di Napoli che mette seriamente a rischio i servizi per le persone transgender, dopo l’aggressione strumentale, incomprensibile e scorretta al Comune di Napoli e alle associazioni LGBTQI+ sulla vicenda delle due turiste trans violentate a Napoli, arriva, durante un’assemblea pubblica, una durissima e pretestuosa aggressione alle attiviste trans e alle associazioni LGBTQI+ da parte di alcune componenti del collettivo “I’m Queer AnyProblem?”. Nessun contenuto, più volte richiesto senza risposta, nessuna forma di dialogo e confronto vero, anche se duro e critico, ma solo la voglia di visibilità e di qualche “like” sui social. Era tutto pronto per provocare, scatenare ancora una volta la solita rissa per poi ovviamente subito pubblicare sui social una versione dei fatti pregna di vittimismo e inesattezze. Per queste presunte attiviste, per questi presunti attivisti si è troppo “vecchi” per poter comprendere le “nuove” istanze, umiliando in questo modo, in un solo colpo tutto quello che è stato fatto e che si continua a portare avanti con passione e determinazione, ma soprattutto la cosa che più lascia basiti è l’arroganza, quella di chi pensa di detenere verità e valori assoluti e indiscutibili, il disprezzo con il quale si prova a colpire il cuore delle nostre battaglie, prestando il fianco al “nemico” fascista, sessista. Quell’arroganza e quella presunzione tipica di quella stessa società patriarcale, sessista e violenta che dicono di voler cambiare e che invece diventa strumento di offesa nelle mani di questi “nuovi” presunti attivisti, di queste “nuove” presunte attiviste che – dimostrando palmare conformismo – usano i social e gli strumenti digitali per costruire, o provare a costruire, facili e superficiali consensi. Un attivismo velleitario, verrebbe da pensare, che sembrerebbe funzionale solo a ottenere potere, coprire posizioni, “rottamare” artatamente la nostra storia, quella di Stonewall, dei Pride e delle piccole grandi conquiste quotidiane, ottenute con abnegazione e fatica anche sul nostro territorio. In questo momento storico delicatissimo, momento che suggerirebbe massima coesione e strategie finalizzate a stringere nuove alleanze incardinate su valori condivisi, nell’interesse della comunità Lgbt+, il fuoco amico a cui siamo stati sottoposti dal collettivo I’m queer any problem? è davvero indecifrabile, incomprensibile e pericoloso.
Coordinamento Campania Rainbow
Antinoo Arcigay Napoli
ALFI le Maree
Associazione Trans Napoli
Pride Vesuvio Rainbow