di Vincenzo Capuano
attivista storico di Arcigay
Ieri 11 febbraio il Segretario, Gabriele Piazzoni e la Presidente nazionale, Natascia Maesi della nostra associazione hanno incontrato, su loro richiesta, il Ministro delle pari opportunità, Eugenia Roccella. Pare che la Ministra abbia ascoltato, ma non abbia dato alcuna rassicurazione in merito alle giuste richieste avanzate da Arcigay per contrastare la recrudescenza nel nostro Paese di manifestazioni d’odio, violenza e discriminazione ai danni delle persone Lgbtq+.
E che ci si aspettava? Costei ha nel suo curriculum una infilata di dichiarazioni e prese di posizione omofobe, transfobiche e misogine. Di una delle sue chicche ho già parlato in altra sede: per commentare la tragedia dei femminicidi gira per televisioni, convegni e atreju varie, tracciando del patriarcato la personale versione, che identifica nella pretesa delle persone in transizione di attribuirsi illegittimamente uno statuto femminile, “passando sul corpo della donna“.
Devo dire che non è neanche un argomento tanto originale, essendo già molto battuto da un certo vetero-femminismo ottuso, ma inserirlo nel dibattito sulla tragedia dei femminicidi è stato di una insopportabile malafede. Invece di prendersela con gli assassini, del cui percorso criminale le idee sue e dei suoi amici costituiscono da sempre il fondamento ideologico e psichiatrico, costei non perde occasione per dimostrare la sua ostilità verso ogni forma di diversità.
Alla faccia delle pari opportunità, che le imporrebbero di difendere i più deboli! Che risposte potevamo aspettarci da chi da anni sparge veleno sui diritti civili, inseguendo le paturnie della sua visione distorta. Immaginate uno Stato normalizzatore a misura di costei, con i suoi deliri d’odio verso le altre donne, verso gli uomini, verso le persone LGBTQ+ e, in particolare, contro tutta l’area delle differenze e diversità sessuali.
Ed, in effetti, dovendo valutare politicamente è difficile fare la tara all’arcigno sguardo giudicante sulle vite e nei letti altrui. Si potrebbe dire che qualcosa di femminista c’è: è realizzato in maniera negativa l’antico brocardo per cui il personale è politico. Se qualcuno, invece, fosse interessato a conoscere qual è il fascismo 4.0, basta che vada a cercare sul web la vita e le opere di costei e dei Pillon vari. Ma tranquilli: c’è sempre qualcuno a sinistra che, tra un distinguo e l’altro, nell’illusione di spuntare un vantaggino, ammicca dialogante. Con il solo effetto di spaccare un fronte che mai come ora ha il dovere di rimanere unito e irremovibile.
I diritti civili non si concedono, né si meritano! I diritti si hanno e, se non si hanno, si pretendono e si prendono!