Sul quotidiano Il Mattino di venerdì 8 gennaio compare un editoriale, a firma Vittorio Possenti (filosofo a capo del Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani presso l’Università Cà Foscari di Venezia) dal titolo “Il simil-matrimonio pagato dai figli” e con sottotitolo“Le unioni civili e la discriminazione dei veri deboli” in cui, a fronte delle continue e denunciate violenze perpetrate ai danni delle persone LGBT, si avvertono i lettori di “tenere gli occhi aperti dinanzi al gioco che viene praticato da molti anni, con una protervia sorprendente: intendo il richiamo ossessivo al criterio di non discriminazione che cela un inganno”.

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Affermazioni gravissime dal punto di vista umano e civile per il quale l’Arcigay Napoli invoca il diritto di replica.

“In effetti - dichiara Claudio Finelli, responsabile cultura di Arcigay Napoli - sentir definire l’unione d’amore e di vita che unisce me e il mio compagno, e migliaia di altre coppie, un simil-matrimonio è già di per sé estremamente offensivo. La mia vita affettiva non è come quella della maggioranza eterosessuale, mi avverte Possenti, è simile ma non uguale. Dunque anche i miei diritti non possono essere come quelli che lo Stato riconosce alle altre unioni. Ma solo simili”

Inoltre, parliamo della confusione che Possenti fa tra stepchild adoption (prevista dal ddl Cirinnà) e maternità surrogata (che, invece, il ddl non tratta): Possenti sembra non distinguere le differenze e, comunque, in generale mistifica il senso e l’urgenza di adeguarci a tutti i paesi civili per quanto concerne la tutela dei figli di coppie omosessuali.

Relativamente alla maternità surrogata, che Possenti ritiene “un crimine contro la persona”, Giuseppina La Delfa, ex presidente di Famiglie Arcobaleno (ed attualmente rappresentante per l’Italia del Network Europeo di Famiglie Arcobaleno) ci ricorda che “si tratta di una pratica realizzata nella stragrande maggioranza dei casi dalle coppie eterosessuali sterili da almeno cinquant’anni. Ovviamente, nei paesi dove la legge lo consente. Quando poi le coppie rientrano in Italia col figlio ottenuto in maternità surrogata, per esempio in America o Canada, nessuno vieta la registrazione all’anagrafe del neonato. Dunque la polemica sulla maternità surrogata viene inspiegabilmente sollevata adesso per fare confusione sul ddl Cirinnà”

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