Ieri un articolo pubblicato in prima pagina dal quotidiano La Repubblica a firma di Liana Milella, ci ha informato sul fatto che le Unioni Civili, ad un anno dal varo della Legge Cirinnà, possono definirsi “un flop”.
L’articolo della Milella, sgradevole e scorretto a partire dal titolo, punta il dito sul numero esiguo di coppie che avrebbero fruito della legge Cirinnà per coronare il proprio vincolo sentimentale e, proponendo statistiche e stime di provenienza ignota, dichiara che soprattutto al Sud si è registrato un esiguo numero di coppie unite.
Il Coordinamento Campania Rainbow sente, a tal proposito, l’esigenza di esprimere tutto il proprio dissenso nei confronti di un articolo che prova a screditare una legge, quella sulle Unioni Civili, che pur essendo ancora lacunosa, ha segnato un passo indubbiamente epocale rispetto alla Storia dei diritti del nostro Paese.
Infatti, fermo restando che l’assunto ideologico culturale da cui muove l’analisi della Milella è del tutto privo di senso, dacché i diritti vanno riconosciuti a prescindere dal numero delle persone che scelgono di avvalersene, ci sembra che 2800 coppie unitesi civilmente (questo il dato fornito dalla giornalista), nel corso dell’ultimo anno, rappresentino un importante traguardo di civiltà e dignità che non deve e non può essere banalizzato e strumentalizzato da un freddo computo statistico.
Inoltre, se è vero quanto afferma la Milella, e cioè che nel Meridione si registra un numero davvero esiguo di coppie unite civilmente, la motivazione non è certo da rintracciare nel dispositivo di legge quanto dalle maggiori difficoltà che affronta una lesbica o un omosessuale a fare coming out nei piccoli centri del sud Italia.
Infine, così come accade per le coppie eterosessuali che decidono di sposarsi, anche per le coppie omosessuali, presupposto necessario all’Unione è la stabilità economica e lavorativa della coppia, stabilità che, soprattutto nel Mezzogiorno, è condizione sempre più rara, in tempi di diffuso precariato e continua inflazione dei titoli di studio.
Insomma, l’articolo pubblicato da Liana Milella su La Repubblica sembra essere quasi un attacco alla fautrice della legge – ossia la Senatrice Monica Cirinnà – e alla comunità lgbt che ha supportato con grinta il lavoro della senatrice, che una serena e lucida analisi della situazione relativa alla condizione di “salute” e alle reali urgenze delle lesbiche, degli omosessuali e delle persone trans che vivono nel nostro Paese.
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