“L’associazione Antinoo Arcigay Napoli è stata ammessa quale parte civile nel processo per omicidio volontario a carico di Gaglione Michele in ragione del contesto transfobico in cui sarebbero maturati i drammatici fatti per cui si procede.
Si tratta di un importante riconoscimento dell’impegno di Antinoo Arcigay Napoli nella lotta contro l’omotransfobia.”


Questa è la dichiarazione puntuale e significativa con cui l’Avvocato Giovanni Paolo Picardi ha comunicato l’ammissione in ruolo di parte civile dell’associazione Antinoo Arcigay Napoli nel processo in cui si dovranno ricostruire moventi e dinamiche relative al drammatico fatto di sangue in cui, nella notte tra il 10 e l’11 settembre 2020, la giovanissima Maria Paola Gaglione ha perso la vita, nelle strade di campagna tra Caivano e Acerra, a seguito di un tamponamento stradale provocato dal fratello Michele che disapprovava la sua relazione sentimentale con Ciro Migliore, ragazzo transessuale.


La tragica morte di Maria Paola focalizzò una notevole attenzione mediatica anche in virtù delle palesi scaturigini omotransfobiche del dramma.
L’udienza preliminare a carico di Michele Gaglione, fratello della vittima, si è conclusa con il rinvio a giudizio per omicidio volontario della sorella e tentato omicidio in danno di Ciro Migliore.
Il processo si celebrerà innanzi alla corte di assise di Napoli 1 sezione ed inizierà il 7 aprile 21. Ciro Migliore sarà difeso dall'avvocato Giovanni Paolo Picardi ed è stato ammesso sia come parte civile in proprio, per il tentato omicidio, sia quale compagno della vittima.


A proposito dell’ammissione dell’Associazione Antinoo Arcigay Napoli quale parte civile nel processo, la presidente Daniela Lourdes Falanga dichiara: “Questa non è una vittoria, perché è un dramma immane che coinvolge tutte le persone coinvolte e la parte di quei cittadini che vivono l’inquietudine di essere costantemente irriconosciuti. È il momento della Storia in cui i fatti si leggono oggettivamente, in cui i pregiudizi radicati verso le persone trans ed LGBT tutte si sanano in un’aula di tribunale. Ho creduto fermamente nella giustizia ed ottenere il riconoscimento di costituzione di parte civile va a sostanziare un’Italia che, oggi, non tace e non vuole sminuire più alcun motivo di accusa legato all’omolesbobitrasfobia. Dobbiamo andare avanti in questa idea ferma di cambiamento, crederci tenacemente, arrivare a dare sostanza a questa trasformazione con la legge apposita. Siamo grati alla fatica di chi dietro la macchina della giustizia garantisce i cittadini tutti.”

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