Napoli 12 maggio 2009
Giovedì 7 maggio nel Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria alla periferia di Roma una donna che era in attesa di essere rimpatriata nel suo Paese si è tolta la vita, temendo , così ha confessato alle sue compagne di stanza, per il destino che la attendeva al suo rimpatrio.
Di nuovo su una donna viene tristemente sperimentata la barbarie delle norme contenute nel “pacchetto sicurezza”.
Il Governo italiano si pone al di fuori del diritto Internazionale quando attua rimpatri di massa in maniera indiscriminata li dove i Trattati internazionale come La Convenzione di Ginevra prescrivono inequivocabilmente l’accertamento caso per caso di tutti i richiedenti asilo.
Il Governo italiano si pone contro la nostra stessa Costituzione che condanna tutte le politiche discriminatorie e razziste.
La data del 13 maggio rappresenta allora uno spartiacque, perché sul “pacchetto sicurezza” il governo porrà una vigliacca fiducia, ma anche perché nella memoria di noi napoletani insiste un terribile ricordo.
Un anno fa, il 13 maggio del 2008, la città di Napoli è stata teatro di un orribile pogrom, a colpi di spranghe di ferro e bottiglie molotov, contro le misere baracche di una inerme comunità di rom che da alcuni anni si era insediata nei pressi di via Argine a Ponticelli.
Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo che il campo su cui si accanì con particolare ferocia la “folla di cittadini” insisteva su un’area interessata dal “contratto di quartiere”, un affare per decine di milioni di euro.
Una città degna di fare parte dell’Unione Europea non può e non deve dimenticare, non può essere silente di fronte a ciò che nella nostra storia collettiva questa vergogna ha rappresentato e tuttora rappresenta.
A distanza di un anno non è stato celebrato un solo processo nei confronti dei mandanti e dei responsabili dell’incendio dei campi di Ponticelli e degli altri episodi gravissimi accaduti a Pianura e Castelvolturno, mentre invece procede speditamente il solo processo nei confronti della minorenne rom accusata del tentativo di “furto di bambino” (episodio da cui sarebbe scaturita la “rabbia” degli abitanti contro i campi) che in primo grado ha già visto una condanna a tre anni e otto mesi.
Chiediamo pertanto a tutti gli/le antirazzisti, alle forze politiche e sindacali, alle comunità immigrate, ai/alle tanti cittadini napoletani che hanno a cuore il futuro della nostra città di unirci tutti per un presidio il 13 maggio per chiedere
- che la Corte d’Appello garantisca un processo equo e giusto alla ragazza condannata per il supposto “furto di bambino";
- che vengano accertate le vere cause che si nascondono dietro l’incendio delle baracche che insistevano su un area destinata ad importanti interventi edilizi nel quartiere di Ponticelli;
- che si accertino le cause e che si celebrino i processi sulle denunce effettuate per gli episodi accaduti a Pianura tra luglio e settembre 2008;
- che la magistratura faccia il possibile per accertare le vere cause che hanno portato alla morte di sei africani innocenti a Castelvolurno il 19 settembre del 2008;
- che si indaghi sulle presenze di personaggi legati ai clan della camorra nell’assalto ai campi rom di Ponticelli e negli episodi gravi che hanno visto come teatro il quartiere di Pianura tra i mesi di luglio e settembre 2008.
PER FERMARE LO SCEMPIO UMANITARIO DEI RIMPATRI DI MASSA, PER CONDANNARE ANCORA UNA VOLTA IL RAZZISMO DEL “PACCHETTO SICUREZZA” PER CONOSCERE LA VERITA’ SUI TRISTI FATTI ACCADUTI NEL NOSTRO TERRITORIO ASSOPACE NAPOLI-ASSOCIAZIONE PER LA PACE, I GIURISTI DEMOCRATICI DI NAPOLI , L’ASGI , LA CGIL IMMIGRATI, ARCIGAY NAPOLI INSIEME A TUTE LE ASSOCIAZIONI ED AI CITTADINI CHE ADERIRANNO, SARANNO
PRESENTI MERCOLEDI’ 13 MAGGIO IN VIA PONTE DI TAPPIA DI NAPOLI ALLE ORE DICIASSETTE PER UN PRESIDIO.
Salvatore Simioli
Presidente Comitato Provinciale Arcigay Antinoo di Napoli
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