Omofoba e volgare, solo in questo modo è possibile definire la dichiarazione di Lino Ferrara, direttore del Nauticsud e Presidente di Tutto Sposi che ieri, sui social, ha commentato la chiusura anticipata del Parthenope Village, voluta dal Sindaco Luigi De Magistris, sostenendo che lo stesso Parhenope Village è stato “solo il pretesto per una sfilata di femminelli”.

Sorvolando sull’evidente cattiveria che alimenta una dichiarazione del genere, dacché il fallimento di un evento volto ad animare l’intero lungomare di Napoli è un danno per tutti coloro che vivono ed amano questa città, e sottolineando che il Napoli Pride non ha nulla a che vedere con le dinamiche di gestione del Parthenope Village, che sarebbe stato infatti inaugurato la settimana successiva al Pride, vogliamo ricordare al sig. Ferrara che definire una manifestazione di interesse nazionale, come il Napoli Pride, una delle più partecipate in assoluto in città,  che ha coinvolto più di 60000 persone, “una sfilata di femminelli” è davvero ignobile e terribilmente offensivo.

Probabilmente Lino Ferrara, troppo preso dal suo egocentrismo, dalle sua ambizioni e dalla sua mania di protagonismo (basta leggere l’articolo dedicatogli da Adele Brunetti nel novembre 2010) ha creduto in questo modo di screditare con inopportuna sfrontatezza un evento che non lo vedeva protagonista, colpendo di conseguenza il giovane direttore artistico del Parthenope Village, Diego Di Flora che si è, invece, sempre distinto per la sua sensibilità e la sua disponibilità nei confronti della comunità LGBT.

Del resto, mentre Lino Ferrara col suo Tutto Sposi continua a proporre un business che sembra non accorgersi delle trasformazioni della società e dei costumi, Diego Di Flora, direttore artistico di E’ Sposa, ha aperto le porte della sua kermesse, prima in Italia, a tutti coloro che intendono coronare il proprio sogno d’amore, senza alcuna distinzione di orientamento sessuale. Tutti ricordiamo la bellissima campagna pubblicitaria di E’ Sposa che, lo scorso gennaio, ritraeva in una chiesa sconsacrata di Napoli, il bacio di tre diverse coppie di sposi: lui e lei al centro, lui e lui a destra, lei e lei a sinistra.

Così, Lino Ferrara, pur di far parlare di sé, decide di ridurre il Pride ad una “sfilata di femminelli”, senza rendersi conto di apparire come il solito imprenditore “vecchio” e  razzista (perché l’omofobia è una forma di razzismo, non dimentichiamolo) ovvero di rappresentare proprio quel vecchio modo di pensare, ottuso e gretto, che oggi è il più grande ostacolo al vero cambio sociale, politico, economico e culturale della nostro sud e più in generale del nostro Paese.

Antonello Sannino
Presidente Comitato Arcigay Antinoo di Napoli
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio Stampa
Comitato Arcigay Antinoo di Napoli
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

linoferrara

f t g