ARCIGAY NAPOLI 3.0
Napoli Fiera Differenza

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Documento politico e programmatico per il Congresso provinciale del Comitato Arcigay “Antinoo” di Napoli
29.settembre 2012

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“La rivoluzione , come tutto l’universo, è in continua evoluzione, non è statica, ma fluida: assumeva altri aspetti, nuovi contorni, viaggiava su canali sconosciuti e si spostava verso nuove dimensioni; tendenza che sfuggì a molti, a tutti coloro che, continuando a guardare il dito, si dimenticarono della luna”
(da AntoloGaia di Porpora Marcasciano)

Premessa

Il prossimo congresso provinciale del Comitato Arcigay Antinoo di Napoli interviene in un periodo cruciale per la città di Napoli, per la comunità LGBTQI* napoletana, ma più in generale per il nostro Paese e per il movimento di liberazione omosessuale italiano.

Napoli sarà nel 2013 la capitale mondiale delle culture, ospitando la terza edizione del Forum Universale delle Culture, una grande festa del dialogo interculturale, capace di restituire alla nostra città un ruolo di meritato protagonismo attraverso un ricco calendario di conferenze, concerti, mostre, spettacoli. Oltre un migliaio di eventi e manifestazioni, in tre mesi, per fare di Napoli il punto di riferimento internazionale della cultura.

Napoli città del sole, di luoghi di democrazia e partecipazione diretta, di inclusione sociale, di una rinata voglia di legalità e trasparenza nei processi decisionali, di rispetto di tutte le identità, Napoli città dei nuovi diritti civili, Napoli avanguardia culturale e democratica in un’Italia rinnovata, sempre più laica ed europea.

La parità dei diritti tra le persone, il contrasto ad ogni forma di discriminazione, il riconoscimento e la tutela dell’omo-transgenitorialità entreranno di prepotenza nel dibattito politico anche in considerazione dell’approssimarsi dell’appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento.

Tutto questo non può e non deve trovarci impreparati, la politica nazionale passerà per le grandi città, la politica nazionale passerà per Napoli, in un percorso che dovrà sicuramente fare i conti con il protagonismo e la storia del Movimento di liberazione omo/trans-sessuale del Sud Italia, che in questi ultimi anni si è configurato sempre di più come attore sociale attivo, capace di dialogare con tutti gli altri movimenti e forze politiche, che in un percorso di osmosi continua con le istanze di quest’ultimi, ha saputo imporre le priorità del movimento per tradurle in atti concreti operati dalle istituzioni locali e dagli enti a vario titolo attivi sul territorio. Il Comitato Arcigay di Napoli, con la sua ricca e pluridecennale storia (durante il prossimo mandato triennale, questo comitato festeggerà i suoi primi trent’anni di storia 1984-2014) sarà un luogo di partecipazione democratica, un laboratorio di idee, ma soprattutto, consolidando la buona prassi attivata negli ultimi anni, un interlocutore serio ed affidabile per la politica locale e nazionale.

 

1.0 Rapporto con le Istituzioni – reti territoriali.

Proseguiremo sulla strada della stretta e fattiva collaborazione con le Istituzioni locali, con la politica territoriale, nelle sue varie articolazioni, anche attraverso l’implementazione della attuale rete associativa e sindacale, nell’ottica di attivare nuovi interventi e servizi che diano la piena cittadinanza a tutte e a tutti, consolidando le buone prassi già esistenti e già avviate. In questo ambito ci riteniamo sempre più convinti della necessità di continuare il percorso che circa un anno e mezzo fa portò alla nascita del Coordinamento regionale LGBTQI* “Campania Rainbow”, soggetto che già neonato, può vantare una serie di obiettivi centrati, soggetto per il quale ci piace sottolineare la forte spinta propulsiva sia in fase di creazione che di azione, ricevuta da parte della nostra associazione.
Consapevoli della necessità dell’estensione territoriale della nostra azione, che trova riscontro ad esempio posteriormente allo svolgimento del Pride Nazionale del 2010 nella ricostituzione del Comitato Arcigay di Salerno, intendiamo perseguire la collaborazione sempre più stretta con tutte le associazioni LGBTQI* cittadine e regionali (Il Comitato si impegnerà per la nascita di nuovi Comitati Arcigay nelle province di Avellino, Benevento e Caserta) in sinergia costante con l’ampliamento della rete territoriale di associazioni, sindacati e movimenti in modo da costituire sempre più un baluardo sociale e politico contro ogni forma di discriminazione, uno sprono continuo alla politica affinché si possa giungere finalmente ad ottenere una piena laicità delle istituzioni democratiche e quella vera  inclusione sociale, che passa attraverso il riconoscimento dei diritti civili, che da sempre rivendica il movimento di liberazione omosessuale.

 

 

 

2.0 Contrasto a tutte le forme di discriminazione.

La difesa di ogni identità sin’oggi offesa, la promozione della parità di trattamento ed il contrasto ad ogni discriminazione fondata sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’appartenenza etnica, sulla religione, sull’età, sulle disabilità fisiche e su ogni altra condizione sociale, economica e personale è una necessità etica prima ancora che politica. La grande sfida da vincere è quella di dimostrare la maturità del nostro movimento, capace oggi non solo di lottare per i propri diritti, ma anche di saper partecipare da protagonista in tutti quei processi sociali che lotteranno nei prossimi anni per ricostituire un nuovo welfare più giusto ed equo e soprattutto che rivendicheranno con forza quei nuovi diritti civili che daranno piena cittadinanza a tutte e tutti.

 

3.0 Comunicazione e rapporti con i mass media.

Il Comitato Arcigay di Napoli ritiene centrale la presenza delle questioni LGBTQI* sui media e nel dibattito pubblico, in termini di immagine, reputazione e credibilità, e si impegna ad attuare un programma che permetta all’associazione, alle tematiche LGBTQI*, ai singoli ed alle famiglie omo/trans-sessuali, di essere rappresentati con oggettività, senza pregiudizi e stereotipi. A tal fine il Comitato si farà anche promotore di iniziative dirette verso i soggetti pubblici ed i professionisti che compongono il sistema di comunicazione locale.

Il progetto relativo alla comunicazione ed alla promozione del nuovo comitato Arcigay di Napoli, in continuità con quanto già espresso dai precedenti direttivi, sarà tendenzialmente funzionale a proporre con crescente determinazione la centralità del ruolo culturale, sociale e politico della più grande associazione di persone LGBTQI* presente in Italia.

Pertanto, le azioni di comunicazione e promozione saranno tutte tese a perseguire l’idea della visibilità; essa, infatti, in tutte le sue accezioni semantiche, sarà la parola d’ordine intorno alla quale s’incardinerà l’intero sistema di comunicazione e di amplificazione delle diverse attività svolte dall’associazione nel nostro territorio.

D’altronde, visibilità significa accessibilità, ed un attento sistema di comunicazione renderà l’Arcigay di Napoli più accessibile a chi volesse partecipare alle attività e a chi necessitasse di confrontarsi con altre persone che vivono la medesima condizione, con l’obiettivo sia di essere da supporto alla persone, ma al contempo creando le condizioni per permettere una sana e forte partecipazione alla vita associativa, cercando di esplicitare il senso di forza sociale nell’essere comunità che lotta per i propri diritti.

Visibilità significa comprensibilità e, senza dubbio, delle campagne di comunicazione incisive e ben articolate, potranno favorire una progressiva integrazione delle persone omosessuali e un progressivo radicamento della considerazione sociale delle persone omosessuali nell’immaginario collettivo, in linea con uno dei principi base del nostro patrimonio di associazione: La tutela e la promozione dell’ immagine, della cultura e dei diritti delle persone LGBTQI*.

Infine, visibilità significa dignità, poiché inequivocabilmente le campagne di comunicazione e promozione delle attività politiche e culturali svolte dalla nostra associazione, rilanceranno l’immagine della comunità LGBTQI* e restituiranno ai singoli individui maggiore consapevolezza e una più forte identità sociale.

Alcune azioni di promozione al momento ipotizzabili:

  • Comunicazione e promozione delle attività interne ed esterne dell’associazione organizzate dagli altri settori dell’associazione;
  • Creazione di un ufficio stampa che permetta al Comitato Arcigay di Napoli di poter intervenire efficacemente nel dibattito pubblico locale e nazionale;
  • Riprogettazione del sito con nuova declinazione grafica e miglioramento della presenza sui social media, generalisti e tematici;
  • Internazionalizzazione della comunicazione istituzionale dell’associazione ed abbattimento delle barriere per gruppi minoritari (es. adeguamento della comunicazione istituzionale per diversamente abili, per turisti ed utenti non parlanti italiano);
  • Attività di comunicazione e promozione degli eventi che verranno realizzati per il calendario nazionale di eventi LGBTQI*: giornata del 1° dicembre e del 17 maggio, del Transgender day of Remembrance (TDOR), della Giornata della Memoria - Omocausto (27 Gennaio), della Candelora (2 Febbraio), della giornata nazionale del Coming-Out e di tutte le altre date di rilievo celebrativo e oltre;
  • Campagna Natalizia Queer di forte impatto sulla città;
  • Comunicazione e promozione Pride 2013, provinciale o regionale, indipendentemente dalla sede di svolgimento di quest’ultimo;
  • Sostegno alle campagne nazionali e regionali che avvieranno raccolte di firme a favore di leggi di iniziativa popolare per la tutela dei diritti delle persone gay lesbiche e trans.

 

 

4.0 Azioni di lobbying e il coinvolgimento della “middle class”.

Risulterà fondamentale per l’efficacia dell’azione politica e sociale di questo Comitato Arcigay strutturare azioni di lobbying. Bisognerà quindi stringere rapporti strettissimi con gli ordini professionali,     medici, farmacisti, avvocati, psicologi.

Le risorse umane sulle quali può contare il volontariato sono contingentate e rimesse alla buona volontà dei singoli, pertanto bisognerà necessariamente ricercare e costruire nuovi rapporti con professionalità LGBTQI*, valorizzando l’esistente e promuovendo ad esempio una campagna di adesione di professionisti all’associazione, sempre nell’ottica di lobbying e in-house.

In tal senso andrà intensificato e ristrutturato il rapporto con la classe media, spesso assente alle grandi manifestazioni LGBTQI* (pride in primis) e di sovente assente nel dibattito politico associativo. Bisognerà necessariamente ampliare la partecipazione alla vita associativa, cercando di recuperare quante più risorse umane e professionali, cercando di scindere, lì dove occorrerà e sarà possibile, i luoghi ed i momenti che caratterizzeranno l’azione della nostra associazione, che da una parte resta pur sempre un’associazione generalista e di servizi e dall’altra un comitato politico per la rivendicazione di diritti civili non ancora acquisiti nel nostro Paese.

Occorrerà quindi consolidare meccanismi di solidarietà e collaborazione con soggetti appartenenti alla comunità LGBTQI* per favorire l’erogazione di servizi, oltre a generare una nuova capacità di replicare questa articolazione anche al di fuori della comunità LGBTQI* costruendo  strutture di relazione con soggetti espressione di ambiti diversi (industria, economia, università, pubbliche amministrazioni, spettacolo) e soprattutto che tutto questo possa diventare un patrimonio comune e durevole per l’associazione.

 

5.0 Coming out, scuola e giovani.

 

La visibilità delle persone LGBTQI* costituisce oggi l’elemento chiave fondamentale di un passaggio storico che sul piano socio-culturale vede sempre più persone eterosessuali alleate quotidiane di persone LGBTQI* in quanto loro amiche, famigliari, conoscenti, colleghi, mentre sul piano giuridico si tradurrà presto probabilmente in qualche forma di riconoscimento degli affetti e delle unioni tra persone dello stesso sesso.

Tuttavia il lavoro e la funzione che siamo chiamati a svolgere in questo ambito non può dirsi conclusa. Lo spazio sociale (e personale) di questa “alleanza quotidiana” va ampliato e rafforzato.

Molte persone ancora non sono visibili, non sono coscienti dei benefici che avrebbero se non fossero più costrette a mentire, omettere e dissimulare, o semplicemente ritengono di non poterselo permettere in base ai contesti di vita quotidiana.

Riconosciamo il valore fondamentale del fare coming-out come gesto non-neutro: da un lato esso è uno strumento di fortissimo empowerment personale, che fa della visibilità stessa uno strumento di rivendicazione, dall’altro esso dà la possibilità alle nostre associate e associati, vivendo con maggiore serenità la propria vita, di essere maggiormente attivi in quanto attivist* all’interno del       comitato.

Il compito che ci assumiamo è di dare forza e voce a chi ancora non ne ha in tutto o in parte, non solo aderendo, partecipando e promozionando la giornata nazionale del “coming out”, ma con un’azione di campaigning permanente sullo stile di campagne efficaci già sperimentate all’estero che hanno invaso, tra gli altri, i canali web coinvolgendo persone e costruendo alleanze a tutti i livelli(pensiamo per esempio a “it get’s better” negli Stati Uniti).

Il coming-out sarà un rinnovamento strumento di partecipazione che proporremo in ogni contesto e in ogni attività.

 

 

5.1 Giovani.

 

Bisogna partire dalla difficoltà di coinvolgimento sia nei momenti ricreativi che assembleari, dei giovani.

Nel tempo, infatti, essi si sono sempre più disinteressati sia dell’associazione, sostituendola con luoghi commerciali aggregativi, sia dalla consapevolezza di dover lottare per i propri diritti. Questo è sicuramente in linea con il disinteresse generale e generalizzato dei giovani per la “politica” che affligge il nostro paese, ma per fronteggiare questo fenomeno, partendo dalla considerazione che i soggetti oppressi dovrebbero essere a maggior ragione i primi ad attivarsi per il miglioramento della propria condizione, possono essere messe in campo delle strategie e delle azioni che da un lato garantiscano la partecipazione dei giovani alla vita associativa, dall’altro assicurino il naturale ricambio generazionale di cui un’associazione di volontariato come la nostra ha sempre bisogno.

Partiamo dall’esistente; il “gruppo giovani”è una buona prassi della nostra associazione, ormai consolidata a livello nazionale, da tempo. Esso punta sull’auto-aiuto e sullo scambio continuo che possono fornire gli altri gruppi giovani alla pari presenti negli altri comitati italiani. E’un progetto che si fonda principalmente sull’intensificazione e valorizzazione della partecipazione giovanile. Intensificare tale partecipazione richiede un lavoro costante di gruppo, attraverso una concreta pianificazione e calendarizzazione degli appuntamenti. Seppur in maniera, per il momento, esterna al consiglio direttivo, andranno individuate una o preferibilmente, più figure, che si occupino della creazione del gruppo, della gestione delle sue riunioni e della partecipazione ai momenti nazionali formativi e di scambio con la rete giovani nazionale.

L’azione del settore giovani sarà agita in stretta collaborazione con il settore scuole.
Ancora oggi purtroppo in quelli che dovrebbero essere luoghi di educazione al rispetto delle differenze si assiste a gravissimi episodi di omo-transfobia. In modo particolare è da sottolineare come sia proprio l ‘ istituzione scolastica ad essere  il fulcro di queste violenze: gli studenti  LGBTQI* sempre più spesso non denunciano le discriminazioni subite, temendo possibili ritorsioni dai propri docenti e colleghi di scuola. Molto spesso inoltre i dirigenti scolastici, al verificarsi di episodi di omofobia, nel comunicare con i genitori, anziché denunciare l’accaduto pongono particolare attenzione sugli orientamenti sessuali dei ragazzi, rendendogli più difficili eventuali percorsi di coming-out e di accettazione. Al fine di arginare  questa grave situazione Arcigay Napoli attuerà una serie di interventi, intessendo rapporti di  collaborazione  con le associazioni dei genitori, i sindacati , le associazioni dei docenti , dei dirigenti scolastici , e in modo particolare con le associazioni studentesche. Arcigay Napoli ha in passato sperimentato proficue esperienze con i collettivi studenteschi all’interno delle scuole portando avanti progetti per contrastare il bullismo omofobico. Intendiamo farci portatori delle istanze LGBTQI* all’interno delle scuole sfruttando gli sportelli già esistenti e ove non presenti, proponendone l’attivazione.

Proponiamo inoltre l’attivazione di progetti dedicati, al fine di garantire, da un lato, l’evitarsi di situazioni di discriminazione, e dall’altro, fornire gli strumenti per elaborare una piena consapevolezza di sé unitamente ad un percorso che si fondi sulla reciprocità tra gli studenti LGBTQI* e le rispettive famiglie. Intendiamo inoltre porre in essere delle iniziative artistiche e sportive a tematica LGBTQI* per incidere sulla popolazione studentesca tutta, aggregandoci ove possibile, alla giornata “della creatività e dell’arte studentesca” che ogni anno è realizzata dalla Consulta Provinciale degli Studenti.

 

 

 

 

 

6.0 Donne.

 

Arcigay Napoli è da sempre l’associazione di tutte le persone LGBTQI*.

Consolidando le buone prassi già avviate, intendiamo riproporre le azioni rivolte alle donne, in particolare, re-istituendo iniziative di buone prassi del passato, come ad esempio il “Gruppo Donne” facendo in modo che diventi punto d’ incontro, d’ascolto e di scambio di idee, affinché anche questa specificità rimanga parte attiva del nostro comitato.

Gli interventi saranno, appunto, volti a formare un gruppo lesbo che possa dar luogo ad azioni di discussione ma anche di promozione sociale, quali la realizzazione di iniziative pubbliche.
Alle donne di Arcigay Napoli sarà garantito il proprio spazio di autonomia ed autodeterminazione, al quale si dovrà far corrispondere una rinnovata spinta alla partecipazione. Al contempo, sia nell’utilizzo del linguaggio, che nella pianificazione delle attività e delle campagne andrà garantita la pari rappresentatività alle donne. In particolare per quanto riguarda il settore salute, esso si farà carico di integrare l’informazione e gli strumenti di prevenzione dedicati alle donne all’interno della propria attività, valorizzando la diffusione dell’uso del dental dam e del guanto, riservando una particolare attenzione alle patologie che possono riguardare le donne, come ad esempio l’HPV, promuovendo anche ove possibile, la sigla di protocolli d’intesa con i soggetti competenti al fine della pubblicizzazione e accesso al vaccino anti-HPV. Inoltre proseguiremo sulla strada di una collaborazione sempre più intensa con l’Associazione Arcilesbica Napoli “Le Maree” cercando momenti di confronto aperto e contando sull’ aiuto reciproco per la realizzazione di obiettivi comuni.

 

7.0 Universo Transessuale

Sono passati più di quarant’anni dai moti di Stonewall, quando da un gesto di Silvia Rivera cambiò la storia del movimento LGBT mondiale, riconosciamo alle persone transessuali/transgender di essere la vera avanguardia del movimento di liberazione omosessuale.
Napoli, inoltre,  con la sua area metropolitana, ospita la più grande ed antica comunità transessuale dell’area mediterranea, un patrimonio immenso di storia, cultura e tradizione popolare. Vogliamo che T* non sia più l’ultima lettera dell’acronimo LGBT, ma che venga dato all’universo transessuale/trans gender il meritato protagonismo.
Il Comitato Arcigay di Napoli intende riuscire a collaborare in maniera sempre più stretta ed efficace  con la rete di Associazioni, Enti, Istituzioni, Università che operano nella città di Napoli ed in regione Campania(Università Federico II, le associazioni ATN, MIT, Altri Luoghi della Dedalus).
La comunità transessuale/transgender è quasi sempre la parte della comunità LGBT più esposta all’esclusione sociale, alle persone transessuali, di fatto,  l’accesso al lavoro, alla casa, ai diritti sono tutt’oggi completamente sbarrati. Saremo in prima linea per difendere i diritti delle persone transessuali/transgendere, assicurando assistenza legale a quante/i accedano alle procedure di rassegnazione anagrafica ai sensi della legge 164/82 ed alla luce delle recenti interpretazioni della norma che limitano il ricorso del giudice ai CTU (periti nominati dal giudice), e contrastando ogni forma di violenza e di esclusione sociale a danno delle persone transessuali/transgender.

 

8.0 Welfare, lavoro e migranti LGBTQI* - Detenuti LGBTQI* in Italia.

La situazione economica e sociale di Napoli e della sua provincia non è mai stata una questione semplice da affrontare, ma soprattutto non ha mai trovato interventi seri ed incisivi che potessero innestare dinamiche di sviluppo produttivo e di crescita occupazionale.

Che siano endemiche e stagnanti le alte percentuali di disoccupazione, inoccupazione, migrazione interna al Bel Paese, ma anche estera dovute alla crisi strutturale della città o che siano aggravate nel contesto della più generale crisi che stiamo vivendo da 4 anni e che attanaglia l’Italia e i paesi del Sud Europa, non possiamo fare a meno anche nell’ambito LGBTQI* di dare prioritaria attenzione alla regressione sul piano delle tutele e dei diritti che la stessa crisi economica sta attuando. Una vera e propria ristrutturazione del modello sociale del Paese che fa leva soprattutto su tre tematiche che vediamo strettamente interconnesse e difficilmente scindibili fra loro, tenendo presente anche i cambiamenti demografici in atto nel nostro Paese divenuti, ormai, strutturali e irreversibili: lavoro – welfare state – discriminazione (persone LGBTQI* /migranti/migranti LGBTQI*).

Siamo convinti che Napoli necessiti di misure idonee e coraggiose relative al lavoro e alle prospettive di sviluppo sociale e civile, portate innanzi e sostenute da forze sociali, dalle associazioni o reti di associazioni, da movimenti e da partiti per assicurare un futuro migliore alla nostra città ed ai giovani che vivono il territorio napoletano. Ogni anno, e per tutto l’anno, le associazioni LGBTQI* lottano per abbattere il pregiudizio e la discriminazione nei confronti di omosessuali e transessuali. Da sempre le stesse associazioni e i politici omo/transessuali hanno portato innanzi al Parlamento italiano le istanze del movimento, chiedendo pari diritti e l'approvazione di leggi contro l’omo/transfobia e l'introduzione di aggravanti per le aggressioni a sfondo omo/transfobico, facendo in ciò appello al rispetto dell’art 3 della Costituzione Italiana. Quest'anno, tuttavia, davanti ad una gravissima recessione sui diritti non abbiamo potuto apprezzare una netta presa di posizione di tutto il movimento: il cosiddetto governo tecnico, presieduto da Mario Monti con il suo braccio destro, la Ministra Elsa Fornero, e sostenuto dal voto dei partiti PD – Terzo Polo – PDL, ha smantellato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori con la sua controriforma del lavoro. L'art. 18 era l’unico strumento reale esistente che tutelava le persone LGBTQI* dai licenziamenti discriminatori. Un articolo che, pur essendo stato fortemente voluto e conquistato dal movimento operaio e non da quello LGBTQI*, garantiva l’applicazione reale dell'art. 3 della Costituzione Italiana almeno in ambito lavorativo, tutelando anche le persone LGBTQI*. Siamo convinti che l’art. 18 sia uno strumento utile ed assolutamente da ripristinare e da estendere a tutte le forme contrattuali esistenti per un avanzamento della società nei diritti e nelle tutele delle persone, oltre a prevedere nelle normative dei CCNL articoli specifici ( come per il genere) che combattono la discriminazione nei confronti delle persone LGBTQI*.
Napoli rappresenta il laboratorio della sperimentazione di nuove forme di sfruttamento che dall’illegalità (lavoro nero) diventano legali attraverso la legiferazione: che cosa è un contratto precario senza tutele e diritti se non una forma di sfruttamento o la legalizzazione del <<lavoro nero>>? La correlazione fra lavoro-welfare-discriminati (persone LGBTQI* /migranti/migranti LGBTQI*) è attraversata proprio dall’accettazione di una forma contrattuale precaria, di un lavoro dequalificato e/o con minori diritti e tutele, proprio perché il grado di ricattabilità occupazionale (persone discriminate) è molto alto. Così un individuo più ha bisogno di avere un reddito ed è senza protezioni sociali, più facilmente sarà soggetto a forme di sfruttamento e discriminazione con contratti <<atipici>> o soggetto a licenziamenti, mobbing o a lavoro nero. Per gli migranti non comunitari la ricattabilità è ancora più alta perché subalterni alla Bossi-Fini per la necessità di un lavoro stabile e duraturo ai fini del <<permesso di soggiorno>>. L’immobilità sociale e la precarietà producono i fenomeni di migrazione da e verso l’Italia. Due fattori preoccupanti per il futuro non solo immediato del Paese; infatti, l’Italia si trova di fronte ad una discontinuità storica: le persone con una età compresa tra i 25 e i 40 anni rappresentano la prima delle generazioni nate nel corso del ‘900 a rivelarsi impossibilitate a migliorare la propria posizione sociale rispetto a quella dei propri genitori. Insomma, la competitività sul lavoro basata sulla contrazione dei costi e, quindi, dei diritti piuttosto che sulla qualità dei prodotti/servizi, oltre a non produrre crescita economica ha provocato un allargamento del bacino di lavoro instabile: precario, quando non irregolare o fortemente sfruttato detto anche 3D (dirty-dangerous-difficult).

Se da anni eravamo disastrosamente abituati all’immagine dell’uomo immigrato (che ha sostituito il <<guaglione>>) soggetto al caporalato, sono anni ormai che oltre alla prostituzione femminile, assistiamo anche ad un forte aumento della prostituzione maschile. Storicamente, soprattutto nella Napoli del fine ’800 inizio del ‘900, il turismo omosessuale culturale era molto forte non solo per l’offerta culturale e paesaggistica, ma anche perché gli <<scugnizzi>> erano coloro che per poche lire vendevano i propri corpi ai turisti. Oggi non solo assistiamo a scene di prostituzione maschile ad opera degli migranti, ma c’è anche un grande ritorno della prostituzione strettamente del sottoproletariato partenopeo. Di sicuro la prostituzione maschile avrà anche delle motivazioni di non accettazione o di omosessualità latente, ma la motivazione economica del non lavoro o di non avere abbastanza soldi ( sia fra maschi eterosessuali che omosessuali ) affinché "lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere consenta alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società (O.M.S.)" è la causa dominante.
Una delle caratteristiche peculiari dello stato costituzionale contemporaneo è l’aver incluso nel suo sistema quello che ormai si usa definire con il termine anglosassone di welfare state e che viene tradotto come stato del benessere, stato sociale, stato assistenziale: lo Stato garantisce un soddisfacente livello di vita ai suoi cittadini e cerca sia di ridurre le ineguaglianze che di attuare l’integrazione sociale attraverso una redistribuzione del reddito nazionale. Non si tratta solo di un dato di fatto: la nozione di “benessere” è entrata ormai nel novero di quelle che si ritiene debbano essere tutelate dai diritti fondamentali. È lo Stato stesso che deve fornire ragionevoli garanzie affinché siano assicurate a tutti le principali condizioni materiali per una buona esistenza (la salute, l’istruzione, la tutela delle “età deboli” dell’uomo come infanzia e vecchiaia, una minima sicurezza economica contro il rischio di povertà, ecc.). La tutela di questo tipo di “benessere” viene ormai considerata a tal punto parte della garanzia dei diritti fondamentali, che si discute se si tratti di un diritto riservato solo ai membri di una comunità politica, cioè a coloro che sono legati ad essa da un rapporto di cittadinanza, o se si tratti di un diritto fondamentale che va riconosciuto a tutti gli uomini in quanto tali, indipendentemente dalla sussistenza o meno di un legame di appartenenza allo stato che deve erogare i servizi necessari per rendere quelle garanzie effettive.
Alla diseguaglianza sociale bisogna affiancare la distribuzione diseguale delle opportunità e delle risorse ( diritti di cittadinanza per le persone LGBTQI*) fra i membri di uno o più gruppi sociali, infatti, non riguarda solo la distribuzione del reddito e della ricchezza, ma anche la possibilità di beneficiare di assistenza sanitaria e sociale, di scuole, di case, di lavoro ecc.; su questi temi le differenze tra generi, orientamenti sessuali, classi, gruppi etnici, nazioni, continuano a essere profonde.
Nei paesi industrializzati, la distribuzione del reddito e della ricchezza attraverso il mercato produce un'elevata diseguaglianza. Poiché la redistribuzione delle risorse attraverso i sistemi di assistenza e previdenza concerne di solito una quota pari al 20% del reddito complessivo, lo stato sociale, che avrebbe lo scopo di assicurare l'eguaglianza, non riesce invece a eliminare i notevoli squilibri che permangono nella società. Infatti, laddove il 10% più ricco della popolazione detiene in media il 40% del reddito totale, il 10% più povero detiene molto meno del 10% del reddito complessivo. La tendenza attuale nei paesi capitalisti è dunque costituita da un incremento generalizzato della diseguaglianza, a eccezione di alcuni paesi come Svezia, Danimarca e Austria. Vedi          anche             Terzo   Mondo.
Per questo, nonostante la crisi economica abbia preso di mira il diritto e le tutele dei lavoratori da una parte e lo smantellamento del welfare state dall’altro andando verso la dismissione del servizio pubblico con conseguente privatizzazione o necessità di coperture assicurative in futuro per vedersi garantiti salute, istruzione, più in generale servizi sociali. Apprezziamo l’opera deliberativa iniziata dalla giunta del Comune di Napoli con il Registro delle Unioni Civili, o per la «prevenzione e lotta ad ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale e alla identità di genere» e per il riconoscimento simbolico della cittadinanza italiana a bambini stranieri nati a Napoli.

Ma siamo convinti che in azioni congiunte a partire dal Comune di Napoli, dalla CGIL e da altre associazioni che condividono la nostra mission sia possibile poter costruire modelli di network management sul territorio, volti al superamento delle discriminazioni sia nei confronti delle persone LGBTQI* che immigrate, lavorando così in sinergia per migliorare il welfare state ( con particolare attenzione anche alle persone sole ed anziane LGBTQI* attraverso l’assistenza sociale e non soltanto mero assistenzialismo), ma anche per agevolare le condizioni lavorative di questi stessi soggetti attraverso pratiche di <<diversity management>>, ovvero “programmi o procedure sistematiche e pianificate che sono progettate (a) per favorire l’interazione tra persone diverse, specialmente persone di etnia, genere o cultura diversa; e (b) per fare di questa diversità una fonte di creatività, complementarietà e maggiore efficacia organizzativa, piuttosto che una fonte di tensioni, conflitti, cattiva comunicazione o vincoli all’efficacia, sviluppo e soddisfazione dei dipendenti.”
Infine vogliamo porre attenzione sul penoso stato in cui versa il nostro sistema penitenziario ed in particolare sulla situazione nelle carceri per migliaia di persone lesbiche, gay e trans (spesso ultimi tra gli ultimi). Infatti, non esiste alcuno studio a riguardo ed è scarso l’interesse delle associazioni LGBTQI*. Quindi auspichiamo studi di settore, in collaborazione con associazioni e gli enti pubblici e morali che da sempre si occupano delle problematiche relative alla situazione carceraria italiana. Proporremo delle visite ai detenuti, con personale formato, per porre l’annoso problema all’attenzione dell’opinione pubblica e per cercare di ridurre il tasso di violenza fisiche e psichica con la quale convivono spesso le persone LGBTQI* nelle nostre carceri, dove sovente non esiste neanche distinzione tra identità di genere ed orientamento sessuale, sosterremo anche tutte le  iniziative di leggi che portino a tutelare i diritti di tutte/i  (le/i)detenute/i.

 

 

9.0 Cultura LGBTQI*.

 

L’assunto di base da cui intende partire un’azione tesa a potenziare ed amplificare il progetto culturale della nostra associazione, è quello di insistere sulla necessità di demarcare e definire lo specifico culturale della dimensione di genere e – nella fattispecie – della dimensione LGBTQI*.

Troppo spesso, infatti, si confonde il bisogno di integrare gli universi sociali, garantendo secondo costituzione pari eguaglianza e dignità agli individui, a prescindere dal loro orientamento di genere, con la pretesa assurda – e tutta italiana – di non consegnare alla cultura omosessuale un proprio statuto di riconoscimento, una propria dignità peculiare; accade così che solo in Italia non esistano cattedre universitarie che si interessino in maniera scientifica ed esclusiva della cultura gay, in nome di un’indifferenziazione che, invece di rafforzare la coscienza della collettività LGBTQI*, ne cancella, di fatto, il carattere distintivo.

La lotta per i diritti e per l’emancipazione sociale e politica della collettività LGBTQI*, deve necessariamente transitare attraverso la determinazione con cui le associazioni omosessuali, permeando con visibili azioni culturali il tessuto umano dell’intero corpo sociale, possono consolidare la consapevolezza dei singoli, poiché la cultura è l’unico strumento valido per contrastare l’omofobia e la discriminazione, il pregiudizio e il disprezzo che gli stessi omosessuali, in seguito ad una prolungata e silente interiorizzazione, riversano sulla propria condizione di vita.

L’integrazione delle persone omosessuali passa attraverso l’impegno concreto, attraverso un’azione intellettuale che ne sottolinei la forza caratterizzante e la particolarità della propria costellazione culturale. In tale prospettiva, si immagina un progetto che preveda sì, momenti disgiunti diretti al mondo dell’università o della scuola, ma anche eventi che possano creare una convergenza tra diverse aree di specificità. Per quanto concerne l’Università, si immagina di lavorare in continuità con quanto già ottimamente realizzato in seguito ai proficui e costruttivi rapporti di collaborazione stretti tra i precedenti direttivi e il dipartimento TEOMESUS della Facoltà di psicologia (progetto HERMES in fieri) e con il dipartimento di sociologia “Gino Germani”, entrambi dell’Università di Napoli Federico II.  In tale prospettiva si intenderà non solo proseguire il lavoro precedentemente intrapreso ma valorizzare ulteriormente le competenze esterne, pianificando e realizzando nuove strategie e sinergie che consolidino il processo di radicamento della nostra presenza all’interno dei dipartimenti universitari.

Inoltre, sarebbe necessario creare uno o più poli di studi di genere, all’interno delle diverse facoltà umanistiche campane, lavorando in partnership con cattedre che abbiano affinità di studio e che si mostrino disponibili a strutturare seminari di cultura omosessuale, invitando autori ed esponenti del mondo LGBTQI* nazionale. Anche all’interno delle scuole, sarà necessario creare degli incontri di cultura omosessuale, dei format che, attraverso il coinvolgimento dinamico di autori e attori, e grazie alla sinergia tra parola scritta e performance, avvicinino i ragazzi e i docenti al mondo LGBTQI*, e creino un corto circuito virtuoso tra sensibilità di genere e rispetto della differenza.

Il mondo dell’università e della scuola potrà – poi – essere coinvolto, insieme al mondo delle associazioni omosessuali e a tutta la collettività omosessuale ed eterosessuale, nella

partecipazione ad eventi di cultura LGBTQI* già consolidati in città:

  • POETE’ – letture poetiche (e non solo) infuse di teina al Chiaja Hotel De Charme.
  • PRIDE TIME – Incontri di cultura LGBTQI* al Penguin Cafè di Napoli.

Infine, si propone la realizzazione dei seguenti format:

  • Rassegna di Teatro omosessuale, da pianificare nella primavera del 2013, che coinvolga non solo realtà locali, ma anche compagnie di altre regioni. Lo spazio in cui ipotizzare l’evento potrebbe essere concordato con l’Assessorato alla cultura e l’Assessorato al patrimonio del Comune di Napoli, per esempio il Succorpo della Real Casa dell’Annunziata o la Galleria Principe di Napoli.  In assenza di soluzioni valide, ci si potrebbe accordare anche con i privati.

 

 

10.0 Fund Raising.

 

L'associazione versa in una storica situazione economica che non le consente di finanziare adeguatamente le proprie attività istituzionali e non e di valorizzare la sede a disposizione.
Occorre pertanto attivare tutti i possibili canali per il reperimento dei fondi, nel rispetto del principio di autofinanziamento di ogni singolo progetto/attività. Le attività e progetti non istituzionali dovrebbero essere scelti non solo in base alla sostenibilità tecnico-economica ma anche in base alla capacità di generare ritorni economici per l'associazione, utili a finanziare il suo efficace funzionamento. In quest'ottica risulta necessario organizzare, pianificare e programmare sulla base della relazione programmatica, le seguenti attività:

  • ricerca di sponsor corporate istituzionali;
  • ricerca di sponsor per singoli progetti e attività;
  • ricerca di sponsorizzazioni tecniche ( cancelleria, condoms, gadget, prodotti alimentari, hardware e software);
  • merchandising ( tshirt, adesivi, felpe, ) anche in partnership con altri soggetti (comune, società sportive come Calcio Napoli, gruppi LGBTQI*, personaggi celebri);
  • scouting e screening di bandi di gara, finanziamenti europei, nazionali, regionali anche per ricerca, innovazione, immobilizzazioni materiali e immateriali;
  • organizzazione di eventi a valore aggiunto;
  • ricerca di donazioni ( privati cittadini, fondazioni, gruppi LGBTQI* )
  • rinegoziazione con l'associazione nazionale di una quota del tesseramento a favore dei comitati;
  • ricerca di partnership e convenzioni per l'associazione e gli associati ( banche, assicurazioni, agenzie di viaggi, commercio);
  • Per il fundraising diventa fondamentale la scelta di progetti che abbiano il più rilevante impatto esterno tale da consentire il coinvolgimento di imprese, istituzioni, associazioni imprenditoriali, sindacali e di categoria, università e istituti scolastici, sistema sanitario, portando valore aggiunto sia in termini economici, sia in termini di immagine e sviluppo di relazioni (partnership, reti). Esempi: progetti di ricerca, progetto sul turismo LGBTQI*, corsi di formazione/master tipo diversity management, convegni e rassegne, studi e ricerche finanziati sulle discriminazioni (es. con UNAR e DPO). Per la più efficace, efficiente e organizzazione di eventi a carattere ricreativo, nonché di attività legate al progetto sul turismo LGBTQI* va considerata l'opzione di costituire un soggetto giuridico autonomo ma collegato (sul genere di join the Gap, muccassassina, cassero o seguendo una via originale). A tal fine andrebbe lanciato uno studio di fattibilità tecnico-economica unitamente ad un'analisi costi benefici per il Comitato.

 

 

11.0 Turismo LGBTQI* e rapporti con l’imprenditoria LGBTQI* e non.

Il riconoscimento da parte dell'amministrazione comunale della rilevanza strategica del comparto turistico per lo sviluppo economico della città di Napoli, unitamente alla sensibilità verso la comunità LGBT rappresenta un'opportunità unica per incominciare ad impostare in partnership progetti con l'obiettivo prospettico di posizionare Napoli ed eventualmente altri slot (sistemi locali di offerta turistica ) vicini ed interconnessi, sul segmento di nicchia del turismo lgbt (omoturismo). l'opportunità va colta senza indugio in quanto puó diventare un volano di sviluppo economico e sociale per la nostra città e per la comunità lgbt partenopea. Fondamentale dovrà essere una fase preliminare di studio/analisi di mercato che metta in evidenza il potenziale di Napoli di diventare un attrattore per il turista lgbt e pertanto di poter competere con i numerosi competitor nazionali ed internazionali. Vanno in questa ottica mappati gli attrattori generali e specifici del territorio, volti ad evidenziare punti di forza e carenze e studiate best practice italiane ed estere in un'ottica di benchmarking. La fase di ricerca potrebbe essere aperta con un convegno/congresso sull'argomento con l'obiettivo di suscitare interesse da parte del tessuto produttivo LGBT e non e dall'altro di acquisire conoscenza con I contributi di testimoni privilegiati e dei casi di successo. Occorre istituire un tavolo di lavoro con l'amministrazione comunale ed eventuali altri stakeholder per definire la strategia, i ruoli e le responsabilità e le fasi del macroprogetto che dovrà prevedere : analisi di mercato/studio di fattibilità, business plan e piano di marketing territoriale.  Nel breve periodo Al livello locale il comitato dovrà attivare in collaborazione con imprenditori LGBT e friendly tutte quelle azioni tese a valorizzare I fattori di attrazione esistenti o a progettarne nuovi sulla base dell'impatto che possono avere in termini di aumento delle presenze di turisti lgbt nella nostra città ( eventi culturali, pride, village, gaygames ). A tal fine occorre redigere un codice etico al quale i diversi soggetti imprenditoriali coinvolti dovranno attenersi nel rispetto di principi fondamentali quali la trasparenza, la legalità, la non discriminazione, la qualità e la sostenibilità. Il Comitato potrà nell'ottica di fornire servizi di qualità alla comunità locale e al turista ipotizzare la creazione di un soggetto giuridico collegato focalizzato sull'organizzazione di eventi, manifestazioni, rassegne, serate nonché sulla gestione diretta di servizi ricreativi e non. In concerto con l'amministrazione occorre anche valorizzare dei luoghi simbolo (piazza bellini )per la comunità lgbt napoletana, garantirne fruibilità e sicurezza  e farne nucleo di attrazione fondamentale. E' immaginabile il lancio di un concorso per la scelta di un "monumento rainbow" da realizzare a Piazza Bellini a carattere identificativo o commemorativo del movimento LGBT. 
Nei periodi estivi, la segreteria del Comitato Arcigay di Napoli ha ricevuto numerosi contatti da turisti LGBTQI* che richiedevano informazioni sui luoghi di aggregazione e sulle attività dedicate presenti in città. In passato questo ci ha portato a produrre una serie di materiali accessibili anche in inglese (si pensi alla guida alla movida LGTBQI*) , a fornire supporto in lingua inglese e francese e a distribuire numerose mappe prodotte dal comitato con l’indicazione dei luoghi di interesse. L’interesse dimostrato e accertato per il turismo LGBTQI* ci spinge ad andare oltre. Andranno siglati particolari protocolli d’intesa in primis con l’Assessorato al Turismo del Comune di Napoli, al fine di garantire un servizio di accoglienza, supporto integrato e indirizzamento dei visitatori in linea con il sistema città tutto. Proponiamo alla realizzazione di guide, cercando ove possibile la sponsorizzazione di soggetti privati, e pensiamo soprattutto alle realtà aggregative già numerose e presenti sul territorio. Questi strumenti di comunicazione dovranno mettere in connessione l’offerta ricreativa LGBTQI* con il resto delle attrattive presenti in città, immaginando la possibilità di lavorare di concerto con gli operatori del settore e gli enti istituzionali, promuovendo l’immagine di Napoli come meta strutturato per il turismo LGBTQI* internazionale. Immaginiamo di realizzare una mappatura (in parte già realizzata attraverso le numerose convenzioni stipulate) degli esercizi commerciali e strutture a vario titolo gay-oriented e friendly, prevedendo ove possibile l’inserimento in un circuito riconoscibile, ad esempio attraverso l’esposizione di un certificato di appartenenza al programma, oltre alla classica bandierina rainbow.

 

11.1 Le realtà aggregative LGBTQI* commerciali.

Con l’obiettivo di allargare il nostro bacino di utenza, per avvicinare più persone e far conoscere

loro Arcigay, per evitare anche il rischio di parlare solo “tra di noi” , non ultimo per cercare fonti di

finanziamento per l’associazione, lavoreremo anche nel settore cosiddetto ricreativo (locali,

discoteche, club). Continueremo sulla strada già intrapresa di forte collaborazione con i locali

c.d. commerciali, che sono il luogo dove si riscontra la maggior presenza di socie e di soci. Essi dovranno essere un luogo privilegiato del nostro agire politico. Presso le loro strutture, con una

calendarizzazione folta e accurata, promuoveremo iniziativa culturali e politiche, cercando passo

dopo passo di far avvicinare anche coloro i quali hanno rapporto con la nostra associazione

unicamente attraverso di loro; queste azioni saranno promosse in continuità con quanto di buono già fatto, ad esempio con la realizzazione di stand informativi e momenti di pubblicizzazione delle iniziative pubbliche organizzate in città, quali ad esempio la campagna di adesione al registro delle unioni civili. Esse d’altro canto potranno fungere da sostegno economico nella realizzazione delle attività dell’associazione.

Anche il rapporto con le realtà non Arcigay andrà proseguito: dovremo dialogare certamente anche con quelle realtà, coinvolgendo loro, e i loro utenti nei nostri processi; ci faremo portatori delle nostre istanze presso di loro e instaureremo una fattiva collaborazione, in un processo di osmosi continua. Sarà anche nelle realtà ricreative tutte che si dispiegherà la nostra azione politica e la ricerca di nuovi soci. Pensiamo alla possibilità di realizzare presso queste strutture momenti di ascolto della base e recepimento di proposte. Produrremo una carta dei servizi provinciali che dovrà essere distribuita presso tutte le strutture di Arcigay presenti in regione, da consegnarsi all’atto dell’iscrizione, nella quale il nuovo socio e la nuova socia possano comprendere il valore della loro adesione ed essere resi edotti della possibilità di fruire dei numerosi servizi messi a disposizione da parte del Comitato Provinciale (Attività, sportello psicologico, consulenza legale, etc). Continueremo il nostro ruolo di prevenzione e informazione sulle mst con distribuzione di materiale di prevenzione presso tutte le strutture aggregative ricreative.

 

 

12.0 Progetti , università e ricerca scientifica.

Il rapporto tra il circolo territoriale di Napoli e l’Ateneo federiciano ha rappresentato uno dei capisaldi di attività più tenaci e fertili dell’associazione.

Negli ultimi tre anni sono state progettate, finanziate ed implementate diverse ricerche su alcuni degli aspetti della vita delle persone omosessuali(stili di vita, reti, sessualità, salute, turismo, omofobia, quali ad esempio la ricerca “Mind The Social Gap”, quella relativa al progetto Liber/Azione che è stata anche oggetto di pubblicazione e la ricerca condotta insieme alla Seconda Università degli Studi di Napoli, Dipartimento di Medicina Statistica su HPV e omo-transfobia, anch’essa recentemente pubblicata su una rivista scientifica internazionale) che hanno visto la collaborazione con il mondo accademico, anche a livello internazionale (ad esempio il progetto Hermes con il quale si arriverà alla produzione di  una pubblicazione di carattere internazionale).
Affinché questo capitale culturale non vada sprecato, il circolo si propone di reiterare questa tradizione di collaborazione scientifica, reificandola in un “Osservatorio Gay*” (delle persone LGBTQI*) il cui obiettivo sarà quello di rendere strutturato e permanente il rapporto di collaborazione già in atto. Attualmente è già attiva la pagina facebook osservatoriogay.it nata in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia della Federico II e destinata a pagina web permanente. In tal senso l’Associazione si propone di siglare convenzioni con i singoli Dipartimenti territoriali più vicine alla questione omosessuale (sociologia, psicologia, medicina, giurisprudenza, pedagogia) e fare, altresì, da catalizzatore perché la ricerca scientifica si apra all’associazionismo locale, come attualmente accade con alcuni dipartimenti tra quelli citati. Similmente, verranno sperimentate forme di workshop formativi itineranti per portare, fuori e dentro le università, alla presenza di accademici e studenti, le principali tematiche sociali che gravano particolarmente sulle persone LGBTQI* (stigma, diversity management, omofobia, inclusione sociale…) e attivare processi formativi su tema. L’obiettivo è quello di creare un canale di capitale culturale in cui mondo della ricerca e associazionismo LGBTQI* creino strumenti e momenti di diffusione e sensibilizzazione dei topic omosessuali. Il tema della ricerca e della formazione appare particolarmente rilevante se si riflette sul peggioramento della pedagogia sociale (sia a scuola che in università), che mancano di materie o corsi “dedicati”, lasciati alla volontaria capacità dei singoli docenti.
L'attività di ricerca con focus sulle tematiche LGBTQI* assume una rilevanza fondamentale sia per l’informazione, sensibilizzazione ed educazione dei nostri interlocutori esterni, sia per la documentazione e formazione delle risorse umane del comitato secondo l'approccio di una learning organization.

A tale scopo occorre in primis rendere fruibile a tutti il capitale storico di conoscenza in possesso del comitato ( ricerche, dati, testi, saggi, documenti, articoli) attraverso un'idonea archiviazione e catalogazione che da una parte garantisca identificabilità e tracciabilità e dall'altra consenta di individuare i gap e i fabbisogni informativi. Questo in parte è stato già fatto attraverso la catalogazione e possibilità di consultazione online sul sito dell’associazione dell’archivio di testi disponibili presso il nostro “Centro di Documentazione Antinoo”, uno dei più forniti e antichi d’Italia, ma bisogna andare oltre; in prospettiva sarà necessario continuare l’opera di catalogazione, estendendola al resto del materiale presente quali ad esempio le riviste internazionali, le rassegne stampa dagli anni 60 ad oggi, il folto archivio di poster e campagne di comunicazione, oltre a tutto quanto altro presente presso il centro di documentazione.
Fermo restando la necessità di organizzare il filone di ricerca sulla base dei fabbisogni e delle opportunità di partnership e bandi di ricerca, nell'ottica di una partnership strutturata con Unar e DPO ( antenna territoriale) potrebbe essere utile approfondire le tematiche delle discriminazioni legate all'identità sessuale secondo un approccio che prenda in considerazione le tipologie di discriminazione, gli ambiti di discriminazione e i luoghi di discriminazione. La copertura informativa graduale di queste aree, unitamente alla creazione di un sistema di misurazione della DIS (discriminazione legata all'identità sessuale ) attraverso indicatori elementari e indici di sintesi della discriminazione e dell'inclusione sociale possono costituire la base per un modello di Osservatorio territoriale sulla discriminazione verso la comunità LGBTQI*. I dati per alimentare modello di misurazione e osservatorio potranno venire da: fonti interne (telefono amico, consultorio), fonti esterne in possesso di enti e organismi (ISTAT, ministero interno, ministero grazia e giustizia, ove possibile), indagini desk ed indagini field ad hoc. Particolare attenzione dovrà essere tenuta per la conservazione e divulgazione dei dati, trattandosi di dati sensibili.

Ad integrazione dell'osservatorio ci si propone di implementare anche una raccolta di buone prassi relative ai diversi ambiti di discriminazione come nucleo di una futura banca dati sulle buone prassi per il contrasto delle discriminazioni verso la comunità LGBTQI* .

 

13.0 Valorizzazione della sede sociale, gruppi tematici, attività sociali e servizi integrati per la comunità.

Per rendere più efficace l’azione socio politica del Comitato occorrerà strutturare l’azione del comitato attraverso una serie di iniziative cercando ove possibile di realizzare una calendarizzazione oculata e ricorrente, soprattutto delle attività più richieste dalla base associativa. Occorre poter ridare un nuovo stile ed una nuova organizzazione alla sede storica e provare a capire se vi sono spazi per ottenere una sede di rappresentanza in un luogo maggiormente accessibile e visibile della città, magari un luogo di rappresentanza non solo per Arcigay ma per tutto l’associazionismo LGBTQI* partenopeo.

Si propongono di seguito alcune attività e buone prassi da mantenere, da ristrutturare e da avviare:

  • Come già fatto in passato, attraverso il coinvolgimento del maggior numero di volontarie e volontari possibile, andrà garantita l’apertura della sede, puntando all’obiettivo di un’accessibilità sette giorni su sette;
  • Realizzazione di una articolata campagna di tesseramento;
  • Attraverso la valorizzazione delle risorse esistenti, garantire il funzionamento della linea di ascolto e telefono amico, prevedendo compatibilmente con le risorse disponibili e in concerto con l’area progetti, la formazione di nuovi operatori e operatrici;
  • Garantire il mantenimento dell’attuale sportello di ascolto e consulenza psicologica individuando ove possibile nuove risorse umane da affiancare a quelle esistenti;
  • Assicurare l’operatività dell’attuale sportello di supporto legale, valorizzando il suo attuale patrimonio di conoscenza in particolare nel campo delle istanze di richiesta asilo politico a migranti LGBTQI* e supporto alle persone trans nel percorso giudiziario di ri-attribuzione anagrafica e di genere, individuando anche qui nuove risorse da affiancare a quelle esistenti;
  • Implementazione, valorizzazione e, ove non esistenti, attivazione, di gruppi di mutuo sostegno alla pari, quali ad esempio: Giovani, Genitori, Terza Età, Donne, Trans, Lavoratori, Gruppi Professionali;
  • Realizzazione di nuovi momenti di aggregazione (mostre, serate ludiche,) e valorizzazione degli attuali (FreeID, cene sociali, aperitivi, cinema LGBTQI*);
  • Garantire l’organizzazione e la partecipazione a tutti gli eventi locali, regionali e nazionali (pride etc.);
  • Realizzazione di attività rivolte ai diversamente abili (gruppi di auto-ascolto e iniziative di aggregazione);
  • Realizzazione di attività rivolte ai soci e alle socie anzian*, anche attraverso gruppi alla pari;
  • Realizzazione di campagne di prevenzione sulle mst e hiv, con particolare attenzione sull’accesso ai test e allo stigma che vivono le persone sieropositive LGBTQI* all’interno della stessa comunità.
  • Realizzazione di progetti di informazione alla affettività e sessualità consapevole e sensibilizzazione sui temi della non-discriminazione rivolti a scuole e Università, a partire dagli istituti secondari di primo grado (scuole medie);
  • Assistenza legale e psicologica alle coppie omo-transgenitorali;

 

 

14.0 Salute e prevenzione.

 

Intendiamo garantire il benessere psico-fisico delle persone LGBTQI* attraverso l’erogazione di servizi integrati, ove possibile, nonostante i tagli regionali alla sanità Campana, proseguendo gli ottimi rapporti di collaborazione con le strutture sanitarie locali (ASL), continuando ad interfacciarci anche con le strutture universitarie che si occupano di salute e prevenzione, e cercando di attivare nuovi rapporti sia con gli ordini professionali dei medici e degli psicologi, sia con le loro associazioni di categoria (pensiamo ad esempio alla FNOMCEO), attivando inoltre protocolli d’intesa e concertando linee guida e di programma per il supporto alle persone LGBTQI*.  Accanto a queste considerazione di carattere generale sono da porre in essere, così come già fatto in passato una serie di misure concrete per il contenimento della diffusione delle MTS, per garantire il supporto ai pazienti, accompagnare chi si avvia verso percorsi di terapia e garantire la massima diffusione dei test e della cultura della prevenzione.

In questo senso và ampliata la diffusione dell’uso del preservativo per gli uomini e del dental dam e guanto per le donne anche nei rapporti stabili con distribuzione sia di materiale informativo gratuito e di facile comprensibilità che, per quanto possibile, la distribuzione stessa degli stessi strumenti prevenzione (profilattici, dental dam e guanti).

Va assicurata la diffusione del test HIV, anonimo e gratuito, per aumentare il numero di persone che possono così accedere alle terapie in tempi utili ed al contempo usufruire di un percorso di accoglienza nella loro nuova condizione di persone sieropositive.

A tal riguardo va prestata maggiore attenzione alla comunicazione circa le altre MST, in particolare l’HPV che spesso, soprattutto per gli uomini, può essere indicativa di altre patologie, per questo l’approccio al test HIV e agli altri test deve essere il più possibile “integrato“ ed inglobare il panorama della salute a 360 gradi in ogni occasione.

Va pianificata la diffusione della mammografia e del paptest tra le donne lesbiche e la prevenzione delle candidosi e delle infezioni da papillom virus.

Particolare attenzione va posta al tema delle persone sieropositive, troppo spesso stigmatizzate dalla stessa comunità, che in questo modo vivono una doppia discriminazione. In quest’ottica andranno realizzate delle campagne sociali comunicative per la riduzione del pregiudizio e si propone l’istituzione di un gruppo tematico dedicato di auto-ascolto, nel pieno rispetto delle garanzie sulla privacy, che possa essere sia un punto di contatto con l’associazione che un luogo dove le varie esperienze HIV+ possano confrontarsi e sentirsi parte davvero integrante dell’associazione.
Per quanto attiene il benessere psichico, va garantita la prevenzione del disagio psicologico tra le persone LGBTQI*, con particolare riguardo al danno prodotto dalle terapie riparative; questa azione si realizzerà sia attraverso l’erogazione dei servizi di ascolto e accoglienza già esistenti che attraverso la creazione di gruppi alla pari dedicati. La “Salute” quindi, per gay, lesbiche, trans gender e transessuali non può che essere vista sotto l’ottica propria dell’OMS del “raggiungimento attivo del benessere sociale, psicologico e fisico” tramite “prevenzione, cura e riabilitazione”.

  • Le relazioni sociali, familiari e con i propri partner, così come il Coming Out e poi in futuro il raggiungimento dei diritti civili per le coppie e le famiglie LGBTQI* sono fattori importantissimi ed indicatori della salute.
  • L’abuso di sostanze, l’alcolismo ed il tabagismo sono molto maggiori tra le persone LGBTQI* che nella popolazione generale, soprattutto tra le persone lesbiche ed MtF.
  • Le persone MtF e gay sono maggiormente a rischio, invece, di contrarre malattie sessualmente trasmissibili tra cui l'HIV, per il quale non fanno adeguata prevenzione.
  • Le persone FtM e lesbiche hanno, per quanto ne sappiamo, lo stesso rischio delle donne eterosessuali di tumori mammari o uterini, ma, soprattutto nel meridione, non mettono in atto alcuna prevenzione.
  • Le persone LGBTQI* hanno riferito tanto in MODI DI quanto all’ISTAT di subire gravi discriminazioni da parte del SSN e di trovare pertanto difficile l’accesso ai servizi, ma secondo gli studi ISTAT anche i professionisti della salute LGBTQI* sono a loro volta discriminati gravemente in Italia ed infine l'assenza di voci anagrafiche sulle persone LGBTQI* impedisce la realizzazione di seri studi epidemiologici.

Arcigay Napoli, in collaborazione con altri enti ed associazioni del territorio intende procedere a specifici progetti su questi temi, coinvolgendo soprattutto i professionisti LGBTQI* ed un congruo gruppo di volontari e volontarie.

 

 

15.0 Tempo libero e sport.

 

Il mondo dello sport resta uno degl'ultimi baluardi del machismo, dell'ipocrisia, dell'omofobia e, purtroppo, anche del bullismo, nelle palestre come nelle scuole. Bisogna dire che se da una parte però in molte discipline sportive come tennis, canottaggio, ginnastica, pattinaggio, nuoto e perfino rugby o football americano, sono molti gli atleti che hanno fatto coming out seguendo a ruota l'esempio di pionieri quali Martina Navratilova, Billy Jean King, Gregg Louganis, dall’altra parte in altre discipline sportive, come il calcio, bisogna purtroppo annoverare continue dichiarazioni omofobe, come quelle di Marcello Lippi e Antonio Cassano, anche se le recenti esternazioni di Cesare Prandelli e Claudio Marchisio fanno ben sperare che anche nel mondo del calcio qualcosa sta finalmente cambiando. In un Paese, che grida “Italia, Italia” solo ad un mondiale di calcio, risulta quindi fondamentale la visibilità delle persone gay, lesbiche e transgender nel mondo dello sport. Attraverso l’intesa con gli assessorati di competenza, il CONI e con i vertici delle società sportive napoletane e campane, cercheremo di organizzare iniziative contro l’omo-transfobia ed attività sportive rivolte alle persone LGBT

 

16.0 Una proposta concreta: SeptemberMore, Napoli fiera differenza.

Napoli è da sempre stata una delle capitali del movimento LGBTQI*,  da sempre è stata capace di creare eventi innovativi, non solo manifestazioni aggregative e rivendicative della comunità LGBTQI*, ma anche occasioni ludiche,  di confronto e dialogo con la città e la società civile, occasioni di contaminazione con mondi altri da quello strettamente omosessuale. Eventi come lo sono stati: il “San Valentino Gay”, “ Napolirainbow”, “Maggiodeimovimenti”; eventi organizzati da Arcigay Napoli  che hanno avuto un grande impatto empatico, mediatico e culturale sulla città.

I Pride sono eventi fondamentali sia ai fini della rivendicazione dei diritti che per l’affermazione della dignità e l’orgoglio di essere LGBTQI*, ma non basta sfilare per le strade, occorre creare l’occasione per far capire e condividere i nostri valori e alle nostre istanze anche a chi non è omosessuale, valori quali: l’uguaglianza, la solidarietà, la libertà, la legalità, il valore delle differenze .

Negli anni si è andato consolidando un calendario di eventi  LGBTQI* nazionali (in particolare i Pride e i Village),  che si concentrano dalla tarda primavera all’estate inoltrata.  Napoli, per il clima e per la sua vasta platea LGBTQI*, può diventare il palcoscenico ideale per una manifestazione nazionale annuale che si tenga a fine settembre, nel solco della tradizione accennata, ovvero quello della sperimentazione e innovazione.

Manifestazione che potrà essere articolata in un serie di eventi concentrati in 3/4 giorni, in modo che chi venga da altre città abbia la possibilità di trovare un calendario fitto, fatto di: mostre, conferenze, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, percorsi guidati, flash mob, con la caratteristica comune di non rivolgersi ad un pubblico esclusivamente omosessuale e di non delimitare gli eventi in un zona circoscritta o delimitata della città.

Insomma, proponiamo una manifestazione cittadina che sia attrattiva  per le persone LGBTQI*, ma anche partecipata da chi omosessuale non è, in modo  di ridare a Napoli un ruolo  di locomotiva politica/culturale nel movimento LGBTQI* nazionale e di un sud privo di grandi eventi e che sia, allo stesso  tempo, occasione per un  profondo rinnovamento sociale e culturale di tutta la città.

 

 

CANDIDATURE COLLEGATE AL DOCUMENTO:

Presidente: Antonello Sannino

Vice-Presidente: Fabrizio Sorbara

Tesoriere: Mariano Fusaro

Consiglieri: Gianmarco Cesario, Fabio Corbisiero, Luciano Correale, Claudio Finelli, Maximiliano Gambardella, Neri Lauro, Ciro Lavezza, Maria Luisa Mazzarella, Carmine Urciuoli, Mario Zazzaro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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