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Da venerdì 11 a domenica 20 novembre

Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli

Corpi scelti- Trittico carnale

 

 

Dopo il successo della prima settimana di programmazione, proseguono le repliche dello spettacolo Corpi scelti-trittico carnale, con Laura Borrelli, Gioia Miale e Imma Pagano, scritto da Angela Matassa, Anna Mazza e Roberto Russo per la regia di Peppe Miale, in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli da venerdì 11 a domenica 20 novembre(gio-ven-sab ore 21:00/ dom ore 18:00)

Breve sinossi

 

Tre corpi. Belli, scelti, selezionati. Tre donne. Tre storie. Apparentemente molto diverse tra di loro, le vicende delle tre protagoniste hanno un filo rosso che le unisce e le separa continuamente. Il loro è il linguaggio del Corpo, che parla, comunica, propone. “Corpi scelti” è il progetto drammaturgico di Angela Matassa, Anna Mazza e Roberto Russo che hanno elaborato un testo “trino e uno”, ispirato al mondo femminile, in cui dominano l’ironia e il surreale. Il Corpo della donna, o solo alcune parti, diventano metafora dell’oggi instabile e caotico. Il Fisico con la sua forte presenza diviene spunto per un’indagine psicologica ma nello stesso tempo denuncia il Burattino-uomo/Donna che in ogni momento è a un passo dal perdersi, per la crisi, per la fragilità umana, per gli attentati a certezze e valori, che caratterizzano la nostra quotidianità. “Volevo gli occhi blu” di Angela Matassa, “Taglio netto” di Anna Mazza, “Cu-lotteria” di Roberto Russo, diventano l’atto unico “Corpi scelti”, una messinscena divertente e provocatoria che tocca i bisogni reali, i sogni, le illusioni che appartengono a tutti noi. L’azione si svolge in un moderno condominio, in cui le tre protagoniste vivono i propri dubbi come dialogando tra di loro. Il finale inaspettato le farà incontrare in una condivisione surreale e sorprendente.

 

 

IL SIGNIFICATO PSICOANALITICO

 

Il protagonista di “Volevo gli occhi blu” è un uomo, che una mattina si sveglia in un corpo femminile. “Nel suo tormentato percorso per affrontare questa trasformazione, - commenta la psicoterapeuta Alessia Pagliaro, nel dibattito seguito alla messinscena - Giulia esprime e declina la paura e allo stesso tempo la curiosità del diverso. Se prima la natura non si poteva ingannare adesso può ricominciare da capo. La trasformazione del corpo costituisce allora una conversione dell’identità. Ciò avviene a prezzo di importanti rinunce ma con l’aspettativa di ritrovare ciò che per un maschio è allo stesso tempo inaccessibile e fortemente desiderato: il ritorno nel grembo materno. Così Giulia individua nella possibilità di diventare madre l’aspetto positivo, su cui fare leva, per la sua nuova vita”.

 

 

 

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