MADRID - È finito a sua volta davanti ad un tribunale e ora rischia fino a 9 mesi di carcere, oltre a una lunga sospensione dall'incarico perché accusato di "prevaricazione", il giudice di Murcia Fernando Ferrin Calamita, contrario all'adozione gay benchè sia ora consentita in Spagna. A trascinarlo alla sbarra è stata la denuncia presentata contro di lui da una coppia di lesbiche.
Vanesa H., madre biologica di una bimba di due anni, C., avuta con l'inseminazione artificiale, aveva chiesto al tribunale di Murcia presieduto da Ferrin, sulla base della legge su matrimoni e adozioni gay approvata due anni fa dal governo socialista di Josè Luis Zapatero, che la piccola fosse adottata dalla sua compagna Susana M., in quanto secondo genitore. Una procedura quasi automatica secondo la nuova legge. Ma con Ferrin i tempi sono diventati lunghissimi. Il giudice, ritenuto vicino all'Opus Dei, aveva prima respinto due rapporti favorevoli all'adozione della piccola e ne aveva chiesto un terzo alla Direzione per la Famiglia del governo di Murcia, invitando a chiarire se «non sia un diritto del minore di essere inserito in una famiglia normale, formata da persone di diverso sesso».
L'adozione da parte di una coppia gay, ipotizzava inoltre il giudice, rischiava di aumentare le probabilità che anche la bimba diventasse omosessuale, «imitando il modello vissuto in casa negli anni fondamentali della formazione della sua personalità». «Volevo un rapporto asettico, non ideologico, che mi dicesse se era a beneficio della bambina crescere con due madri» spiega ora Ferrin. Secondo il giudice «nessuno ha diritto di adottare, quale che sia il suo sesso: è l'adottato che ha il diritto di esserlo». Ferrin aveva poi sollevato allora anche un dubbio di incostituzionalità della legge Zapatero sulle adozioni gay.
La testarda crociata del giudice di Murcia, una regione rurale della Spagna sudorientale, ha sollevato una tempesta a Madrid. Attaccato dalla stampa progressista, dalle associazioni gay, da esponenti socialisti, Ferrin è stato sospeso nel febbraio scorso. Il suo sostituto in tre mesi ha dato luce verde all'adozione della piccola C., rilevando la relazione "paterna" con la compagna della madre.
di Francesco Cerri