Io non li guardavo. Per non provocarli, per non aizzare i demoni che avevano dentro. Guardavo fisso il vetro del finestrino e vedevo la gente voltarsi e tacere, mentre loro mi picchiavano. Sguardi girati dall´altra parte, ancora più miseri in un riflesso sbiadito».
Mara, 40 anni, (il nome è di fantasia), è stata aggredita su un autobus di linea, nel tragitto tra piazza Garibaldi e Ponticelli, nella notte tra sabato e domenica. È stata insultata e picchiata da trenta ragazzi, tra l´indifferenza dell'autista e degli altri passeggeri. Mara è un transessuale.
«Mentre mi prendevano a calci e pugni uno di loro mi ha sussurrato all´orecchio. Tutti voi dovete morire nei lager». Mara ora sta male. Ha problemi ai reni («per i calci nella schiena»), a un occhio, («perché mi hanno sbattuto contro la sbarra di ferro»), alla testa («per tutte le volte che ho sbattuto contro qualcosa»).
«Avevano tra 1 17 e i 25 anni - racconta - Io prendo spesso quell´autobus al ritorno dalla discoteca, ma non mi era mai successo niente. Sabato a mezzanotte e mezzo alla fermata della Stazione centrale è salita questa massa di ragazzi. Mi hanno puntato subito».
Il racconto è lucido. Terribile. «Mi hanno sbattuto contro il finestrino. Mi hanno strappato il cappello dalla testa e mi volevano bruciare i capelli. Mi hanno messo le mani al collo e all´altezza dell´ex Manifattura Tabacchi hanno tentato di gettarmi fuori dall´autobus. Poi mi hanno sbattuto per terra, uno ha preso la rincorsa e mi ha dato un calcio all´altezza dei reni».
Particolari atroci, ma nel racconto di Mara, i lividi, i segni rossi sul collo, il dolore fisico non fanno tanto male quanto «l´indifferenza degli altri passeggeri e dell´autista, che sono rimasti lì a guardare senza aiutarmi». Gli aggressori sono scesi a Ponticelli, vicino casa di Mara, ma lei ha aspettato: «Sono scesa un po´ dopo, al centro del paese e mi sono rifugiata in una gelateria, dove mi hanno soccorso e aiutata».
Mara ha trovato la forza di denunciare tutto alla polizia, anche perché è un componente del direttivo dell´Associazione Libellula-Circolo Anthias. Solidarietà dall'assessore Valeria Valente, che coordina il tavolo di concertazione LGTB (lesbiche, gay, bisex e trans): «Mara è stata vittima due volte, del gruppo e dell´indifferenza».