Dal 17 al 21 febbraio sarà in gara all'Ariston per la quarta volta. Iva Zanicchi si appresta a tornare a Sanremo per rinverdire i fasti del passato (tre vittorie) e riscattare il 20esimo e ultimo posto "conquistato" nel 2003.

 

 Prima di scaldare il pubblico rivierasco, però l'Aquila di Ligonchio ha due "nemici" da affrontare: uno è un terribile raffreddore che la tormenta dall'inizio delle Feste; l'altro è Pierluigi Diaco, che ha sollevato il dubbio che la sua partecipazione alla kermesse canora possa configurare una violazione della par condicio per le elezioni europee di giugno (Iva è una parlamentare in carica dallo scorso maggio).

Che ne pensa del caso Povia e delle polemiche, molto aspre, seguite all’annuncio del suo brano sulla “guaribilità degli omosessuali”?

La canzone non l’ho sentita e non so come è nato questo caso. Se da un ufficio stampa, complimenti, bravissimi: lui Sanremo l’ha già vinto. Se invece è nato per caso, come il mio piccolo caso, mi fa venire in mente l’adagio del “purché se ne parli”. Io sono dell’avviso che dall’omosessualità non si può “guarire” perché non è mica una malattia. Se uno nasce omosessuale, non è una malattia, è una condizione e uno rimane omosessuale tutta la vita, e va bene. Io sono attorniata da omosessuali e mi trovo benissimo. Se invece uno “guarisce”, beh, vuol dire che non era omosessuale, che era un debole che non capiva bene da che parte andare o non lo so. Ci sono anche dei viziosi che amano tanto sperimentare... ma parlare di malattia mi pare davvero eccessivo.

Ha mai conosciuto un gay “ravveduto”?

Ne ho conosciuto uno dichiarato che improvvisamente si è innamorato di una ragazza e l’ha sposata. Io gli ho detto: “Ma che cacchio fai?”. E poi, in effetti, la prima scappatella che ha avuto, con un ragazzo, la moglie l’ha scoperto, hanno divorziato e lui è tornato omosessuale. A volte le famiglie e le mamme fanno pressioni, ma se uno cede è lì che va contro la sua natura, andando con una donna.

Ha mai tentato di “guarirne” uno lei stessa?

(ride) No, questo mai! Ma da ragazzina mi piaceva uno molto sensibile, dolce, volevo fidanzarmi con lui, poi mi hanno detto che... e io sono cascata dal pero. E pensavo: “Lo salverò”, ma è finita lì. Sa, noi donne siamo attratte dalla gentilezza, dalla carineria, dalla disponibilità e dal feeling con gli omosessuali… anche se poi bisogna distinguere tra gli omosessuali e le checche, occhio! Sono due mondi diversi.

Alla sua ultima, non troppo fortunata, partecipazione a Sanremo risale anche il suo ultimo album: con questo Festival ne arriverà un altro

Nel 2003 in effetti sono arrivata ultima. E pensare che ero tanto convinta… Non è facile arrivare ultimi tre sere su tre. L’album forse era troppo raffinato, azzardato per me. Il nuovo è sempre molto coraggioso, con brani inediti (come non si usa più), ma ha uno sguardo al passato, come arrangiamenti e suoni. Penso sia un buon prodotto.

E in più sta recitando in una fiction

Sì, Caterina e le sue figlie con Virna Lisi e Rossy De Palma. Finiremo di registrare per fine marzo.

Come fa con tutti questi impegni?

Infatti adesso mi sono ammalata. Ma è la solita malattia delle Feste: faccio mille cose perché penso di essere immortale, poi appena mi fermo per riposarmi mi ammalo. C’ho una voce... e pure l’asma. Ma tanto, appena ricomincio a lavorare, starò subito benissimo.

 fonte libero news

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