NAPOLI — Ketty batteva il marciapiede ma non per disperazione. Ormai avrebbe potuto farne a meno, se avesse voluto. Non aveva bisogno di soldi, ne aveva abbastanza. Con il traffico di droga e un clan praticamente ai suoi ordini, aveva fatto denari che nemmeno a prostituirsi per una vita. Perché Ketty continuasse a battere è difficile da spiegare.

Ketty sulla carta d'identità si chiama Ugo. Ugo Gabriele, 27 anni, transessuale e camorrista. Capo camorrista. È la prima volta che da un'indagine emerge una cosa del genere. Segno che la camorra non ha cambiato solo le regole d'onore, quelle che una volta vietavano di colpire donne e bambini: ha cambiato pure le regole interne. Finora c'erano state donne che avevano assunto il comando del clan in sostituzione dei mariti finiti in carcere, ma i trans potevano essere soltanto carne da sfruttare e al massimo spacciatori, visto che stanno in strada. Ketty a suo modo ha fatto una rivoluzione, ha sovvertito una delle regole più antiche della camorra, quella che prevede il comando sempre agli uomini, o alle mogli, ma solo per delega.

In ogni caso adesso Ketty è tornata a essere solo Ugo Gabriele e non comanda più. Da ieri è in carcere. L'hanno arrestata i carabinieri al termine di un'indagine condotta dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Luigi Cannavale e Gloria Sanseverino. È da qui che emerge il suo ruolo di boss che custodiva armi, organizzava gli uomini da spedire in giro per il «recupero crediti» (che quasi sempre significa estorsioni o usura), e soprattutto gestiva le piazze dello spaccio. E non piazze qualsiasi, le piazze di Scampia, dove è stato stimato che il traffico di droga può rendere fino a 500 mila euro al giorno. Una volta era tutto denaro che finiva nelle tasche di Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo 'o milionario, e della sua potentissima famiglia. Poi c'è stata la ribellione interna al boss e la faida con una infinità di morti. Alla fine hanno vinto gli scissionisti e si sono spartiti il quartiere e le piazze di spaccio. Ai tempi della faida, Ugo Gabriele era soltanto Ketty. Usciva la sera, andava nella zona della stazione centrale di Napoli e aspettava i clienti seduta in macchina o appoggiata allo sportello. Non le sono mai mancati, i clienti, pure se il vocione da uomo non è riuscita a toglierselo e quello stonava. Però offriva sesso e cocaina, e dalle sue parti si mettevano pure in fila ad aspettare il turno. Napoli è piena di altre Ketty e Valentina e Samantha e Jessica e tutti nomi così. Le prostitute donne ormai lavorano con gli annunci e il cellulare, stanno in casa e aspettano che il citofono suoni. La notte il sesso a pagamento in strada è tutto trans o femminielli. A due passi da piazza Municipio come nella zona della stazione o al rettifilo, al corso Vittorio Emanuele o lungo i viali di Agnano e Fuorigrotta. Sesso e basta, però. Ketty invece offriva il valore aggiunto. Ma all'epoca non era roba sua, le davano un po' di pacchettini di carta stagnola e al ritorno doveva consegnare i soldi.

Dopo la faida, invece, è tutto cambiato. Salvatore Gabriele, fratello maggiore di Ugo, è uno di quelli che da soldato di camorra ha saputo trasformarsi in boss. E siccome sa che nel suo giro non c'è da fidarsi di nessuno, ha chiamato al suo fianco il fratello. Tanto più che lui voleva allargare il raggio d'azione, e quindi era sempre in giro per l'Italia a rifornire spacciatori piccoli e grandi. A Scampia dirigeva tutto Ketty, Salvatore dava le indicazioni, e al resto pensava lei: tagliava la droga («mettici l'immondizia» le diceva Sasà e lei ce la metteva), distribuiva gli incarichi e le dosi ai corrieri, e qualche bustina la teneva per sé pensando ai clienti la sera alla Ferrovia. Perciò Ketty continuava a battere. Aveva smerciato tanta roba non sua, e ora invece non doveva portare più nulla a nessuno. I soldi dello spaccio se li teneva tutti, come quelli delle marchette. Solo che quelli della cocaina erano molti di più. E lei all'alba di ogni giorno tornava a casa più ricca.

Trans Ugo Gabriele, alias Ketty

Fulvio Bufi
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