Accade a Ryazan nel sud est di Mosca, dove è proibito parlare di omosessualità ai minorenni. Due attivisti gay sono stati accusati di ”promuovere” l’omosessualità nella regione di Ryazan, nell’area a sud di Mosca, dove - unica regione del Paese - una legge proibisce di parlare di omosessualità ai minori (e proibisce quindi di affrontare in tema nelle scuole). I due attivisti, Nikolai Baev e Irina Fet, entrambi parte del gruppo che organizza il Moscow Pride, sono stati accusati di ”propaganda dell’omosessualità verso minori” per avere appeso un cartello pro-diritti delle persone omosessuali nelle vicinanze di una scuola. Il cartello diceva ”L’Omosessualità è normale”. Ma non in Russia. E, sia chiaro e giusto per non stupirsi di ciò che accade fuori dai nostri confini, nemmeno in Italia.
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