"Abolita anche la commissione anti discriminazioni"
di CATERINA PASOLINI
ROMA - «Mara Carfagna è un ministro delle Pari Opportunità inesistente, inadempiente, insensibile, ci ha persino cancellato dall´elenco delle vittime di discriminazione. Deve dimettersi. Preferiremmo Rotondi o la Meloni, almeno lei accetta il confronto, il dialogo, non ignora le ingiustizie che subisce il mondo omosessuale».
Aurelio Mancuso, presidente dell´Arcigay attacca il ministro delle Pari Opportunità col quale dai suoi esordi è stata guerra perché «non ha mai voluto incontrare le associazioni, ha rilasciato dichiarazioni apertamente ostili, negando più volte e poi correggendo il tiro, che esista in Italia la violenza omofobica, si è lanciata in giudizi sui Pride, sulle iniziative del movimento senza documentarsi». Ma ora c´è un nuovo caso a rinfocolare la polemica tra gli omosesssuali e la Carfagna: «Dal sito del ministero - denuncia Mancuso - sono stati cancellati dall´elenco dei gruppi particolarmente soggetti a discriminazioni omosessuali e trans. È scomparsa anche la commissione contro le discriminazioni lesbiche, gay e trans, istituita dal precedente ministro Pollastrini».
Un fatto grave, insiste Mancuso, invitando a guardare sul sito notiziegay.com la vecchia versione, mentre la sua compagna di lotte ed europarlamentare socialista Pia Locatelli rincara la dose e dice: «Carfagna dovrebbe dimettersi perché è chiaramente insensibile al problema delle discriminazioni delle persone omosessuali, una contraddizione col ruolo che riveste».
Lei, il ministro, ufficialmente tace, non vuole rispondere alle accuse. Ci pensa il ministero a ribattere punto su punto negando che la sparizione dei gay dall´elenco dei discriminati sia attuale - «è stata fatta l´anno scorso all´epoca del ministro Pollastrini». Mentre sulla commissione si fa notare che essa «decade col cambio del ministro», anche se è vero che volendo avrebbe potuto ripristinarla.
Quello che però filtra dal palazzo e che davanti all´ennesima bufera e alle accuse di essere poco sensibile ai problemi degli omosessuali il ministro conferma le parole di un mese fa: «Mi si vuole etichettare come quella che è contro i gay, ma è una bugia. Certo che anche loro sono discriminati, ma così come lo sono ancora le donne, gli anziani, i disabili, i bambini».
E alle proteste delle organizzazioni che difendono i diritti degli omosessuali e denunciano di non essere mai state convocate dal ministro - «persino la Prestigiacomo appena insediata ci chiamò» - la Carfagna ricorda di non aver mai «ricevuto la richiesta ufficiale di un incontro, ma solo improperi tramite lanci di agenzie. Se quell´invito dovesse arrivare non avrei problemi a dire di sì, se non fosse fatto solo per farsi pubblicità».
Intanto al ministero annunciano di aver stanziato 400mila euro per campagne di sensibilizzazioni contro le varie forme di discriminazione e che dieci giorni fa è stata istituita all´Ufficio anti discriminazioni una cabina di regia con le associazioni più rappresentative tra le quali Arcigay, Gaynet, Libellula. comments
di CATERINA PASOLINI
ROMA - «Mara Carfagna è un ministro delle Pari Opportunità inesistente, inadempiente, insensibile, ci ha persino cancellato dall´elenco delle vittime di discriminazione. Deve dimettersi. Preferiremmo Rotondi o la Meloni, almeno lei accetta il confronto, il dialogo, non ignora le ingiustizie che subisce il mondo omosessuale».
Aurelio Mancuso, presidente dell´Arcigay attacca il ministro delle Pari Opportunità col quale dai suoi esordi è stata guerra perché «non ha mai voluto incontrare le associazioni, ha rilasciato dichiarazioni apertamente ostili, negando più volte e poi correggendo il tiro, che esista in Italia la violenza omofobica, si è lanciata in giudizi sui Pride, sulle iniziative del movimento senza documentarsi». Ma ora c´è un nuovo caso a rinfocolare la polemica tra gli omosesssuali e la Carfagna: «Dal sito del ministero - denuncia Mancuso - sono stati cancellati dall´elenco dei gruppi particolarmente soggetti a discriminazioni omosessuali e trans. È scomparsa anche la commissione contro le discriminazioni lesbiche, gay e trans, istituita dal precedente ministro Pollastrini».
Un fatto grave, insiste Mancuso, invitando a guardare sul sito notiziegay.com la vecchia versione, mentre la sua compagna di lotte ed europarlamentare socialista Pia Locatelli rincara la dose e dice: «Carfagna dovrebbe dimettersi perché è chiaramente insensibile al problema delle discriminazioni delle persone omosessuali, una contraddizione col ruolo che riveste».
Lei, il ministro, ufficialmente tace, non vuole rispondere alle accuse. Ci pensa il ministero a ribattere punto su punto negando che la sparizione dei gay dall´elenco dei discriminati sia attuale - «è stata fatta l´anno scorso all´epoca del ministro Pollastrini». Mentre sulla commissione si fa notare che essa «decade col cambio del ministro», anche se è vero che volendo avrebbe potuto ripristinarla.
Quello che però filtra dal palazzo e che davanti all´ennesima bufera e alle accuse di essere poco sensibile ai problemi degli omosessuali il ministro conferma le parole di un mese fa: «Mi si vuole etichettare come quella che è contro i gay, ma è una bugia. Certo che anche loro sono discriminati, ma così come lo sono ancora le donne, gli anziani, i disabili, i bambini».
E alle proteste delle organizzazioni che difendono i diritti degli omosessuali e denunciano di non essere mai state convocate dal ministro - «persino la Prestigiacomo appena insediata ci chiamò» - la Carfagna ricorda di non aver mai «ricevuto la richiesta ufficiale di un incontro, ma solo improperi tramite lanci di agenzie. Se quell´invito dovesse arrivare non avrei problemi a dire di sì, se non fosse fatto solo per farsi pubblicità».
Intanto al ministero annunciano di aver stanziato 400mila euro per campagne di sensibilizzazioni contro le varie forme di discriminazione e che dieci giorni fa è stata istituita all´Ufficio anti discriminazioni una cabina di regia con le associazioni più rappresentative tra le quali Arcigay, Gaynet, Libellula.