Si sono costituiti i tre ragazzi che picchiarono la 26enne: difendeva l´amico gay. Denunciati per lesioni gravi e liberi "Ma quale omofobia, contro di noi brutte parole".
«Siamo stati noi ad aggredire quella ragazza in piazza Bellini. Lei si è messa in mezzo mentre litigavamo con il suo amico e ci ha detto brutte parole. Ma è stato tutto un equivoco. E non c´entra per niente l´omofobia. È stata tutta una montatura». Arrivano in caserma, dai carabinieri. Sono tre ragazzi maggiorenni, un po´ balordi, un po´ spaventati. Sono accompagnati dai loro avvocati e hanno intenzione di mettere fine alla storia dell´aggressione di piazza Bellini ai danni di Maria Luisa. Danno la loro versione dei fatti e, poco dopo, escono dalla caserma. Liberi, anche se denunciati per lesioni gravi. Perché alla fine di quell´equivoco la ventiseienne Maria Luisa ha dovuto subire un intervento chirurgico a un occhio. I carabinieri della compagnia Centro accolgono la loro versione, sarà il pm Paolo Di Sciuva a disporre ulteriori accertamenti. Per ora, però, il racconto dei tre ragazzi è molto diverso da quello dato da Maria Luisa. Ma al momento va accolto con la stessa attenzione del primo, fermo restando una aggressione fisica che non è giustificabile.
Notte del 22 giugno scorso in piazza Bellini. Maria Luisa è in compagnia di un amico gay. «Quei tre hanno cominciato a prenderlo in giro - racconterà la ragazza ai carabinieri - Si sono fatti gioco di lui per la salopette e per una borsa che portava. Lo hanno spinto, insultato e preso a schiaffi. Io non sopporto le ingiustizie. Sono intervenuta. Volevo parlare con loro e mi hanno picchiata». Maria Luisa che finisce in ospedale, viene operata, si guadagna la medaglia al valor civile per il coraggio dimostrato nel difendere l´amico gay. Il caso esplode nell´indignazione, con una fiaccolata cui partecipa il sindaco Rosa Russo Iervolino. Mentre vanno avanti le indagini, i carabinieri piano piano stringono il cerchio intorno ai presunti responsabili. Che ieri si presentano spontaneamente con i legali. Anche loro parlano della lite e delle botte, di una borsa che aveva con sé l´amico di Maria Luisa. Ma la versione dei fatti è differente.
«Eravamo anche noi in piazza Bellini - dicono - e siamo passati alle spalle di quei due ragazzi. In quello stesso momento l´amico di Maria Luisa ci ha guardato e poi ha spostato in avanti la sua borsa. Lo fa chi pensa che sta per essere derubato o scippato. Era un chiaro gesto di diffidenza nei nostri confronti». Questa, dunque la causa della lite. Continuano i tre denunciati: «A quel punto abbiamo detto al ragazzo: "Ma che ti credi? Che ti vogliamo rapinare? Ma come ti permetti?"». Questo l´esordio, da cui poi è esplosa la lite tra il ragazzo e i tre denunciati. Un battibecco serrato fino all´intervento di Maria Luisa. «Lei è intervenuta e ci ha detto cose molto brutte». Poi la situazione che degenera e l´aggressione, ingiustificabile comunque. Ma nulla, secondo i denunciati, che possa far pensare alla omofobia. In ogni caso la denuncia per lesioni aggravate, mentre si dovrà vedere se l´ipotesi "omofobia" diventerà o meno una aggravante di quanto accaduto in piazza Bellini.
Un´Onda di mille persone per le vie del centro storico mentre a Roma c´è un altro napoletano tra i quindici fermati durante le manifestazioni contro il G8. A darne notizia è la "Rete Anti G8" napoletana, che ieri dopo gli arresti disposti dalla Procura di Torino per vari attivisti dei centri sociali, ha organizzato un corteo partito da piazza San Domenico Maggiore. Destinazione, la prefettura. «Egidio libero», cantavano i manifestanti per protestare contro il fermo di Egidio Giordano di Insurgencia. Da ieri si trova in carcere a Teramo: «Egidio sta bene ed è su con il morale», fa sapere Francesco Caruso.
Il leader no global gli ha fatto visita ieri, accompagnato dal consigliere abruzzese di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. Domani sarà interrogato per la prima volta. Chi era con lui a L´Aquila prima dell´arresto riferisce: «La fiaccolata è stata tranquilla, non ci aspettavamo di tornare senza uno di noi. Siamo partiti un po´ prima di Egidio che si era attardato presso una tendopoli per riposarsi». Intanto, riferiscono i movimenti, un altro giovane napoletano, Alessandro "Sasà" della Radio Libera RadiAzione, è stato arrestato durante i cortei di ieri mattina a Roma: domani c´è il processo per direttissima a suo carico.
di Irene De Arcangelis