Verra' testato sull'uomo "entro fine anno, al piu' tardi possibile nei primi tre mesi del 2010," il vaccino terapeutico anti-Hiv messo a punto dall'universita' di Brescia. Obiettivo del siero, che verra' sperimentato in fase clinica dagli atenei di Perugia, Torino, Milano e Brescia, rallentare la diffusione del virus nelle persone gia' infette, i sieropositivi.
"La fase I, ovvero quella che mira a testare l'innocuita' del farmaco - spiega Arnaldo Caruso all'Adnkronos, a capo della ricerca che ha portato alla messa a punto della molecola - coinvolgera' 40/45 pazienti in tutto, divisi in gruppi diversi per monitorare eventuali effetti collaterali su tre differenti dosaggi".
Mentre parallelamente si terra' d'occhio "la risposta del sistema immunitario, che tuttavia - precisa il microbiologo dell'ateneo di Brescia - sara' al centro della fase II di sperimentazione, con trial clinici sull'immunogenecita' che speriamo di avviare nel 2011, contando anche sull'entusiasmo che dovrebbe portare nuovi finanziamenti ai nostri studi".
L'euforia, per i risultati raggiunti finora, e' palpabile. "Siamo i primi al mondo - fa notare Caruso - a testare un vaccino terapeutico sull'uomo. Quando l'anno scorso Luc Montagnier si aggiudico' il premio Nobel per la medicina, disse che ci sarebbero voluti 3-4 anni per arrivare ai test di un siero sull'uomo. Ebbene, noi italiani siamo avanti di tre anni sulla tabella di marcia".
La partita "si gioca tutta sulla proteina 'p17' - spiega il microbiologo - capace di sconvolgere il sistema immunitario e parallelamente promuovere la replicazione del virus nell'organismo".
La proteina p17, una volta entrata a contatto col virus Hiv, rende piu' suscettibili all'infezione e accellera la replicazione del virus. Per questo, i ricercatori capitanati da Caruso mirano a metterla fuori gioco, "inoculando nelle persone sieropositive solo la porzione attiva del p17 resa immunogenica - spiega il ricercatore - quindi capace di attivare la formazione di specifici anticorpi, attraverso il legame con una proteina trasportatrice".
Proprio questi anticorpi hanno il compito di guidare la battaglia contro l'Hiv, "rallentando la diffusione del virus nei sieropositivi e rendendoli portatori sani".