Cultura
Colei che lo indossa è una delle regine più famose di tutti i tempi: Maria Antonietta.
Con una scelta più intuitiva che ragionata, la moglie di Luigi XVI, ignara di danzare sull'orlo del baratro, decide di sovvertire il protocollo di Versailles, rigido come le stecche e i paniers che imprigionavano i corpi delle donne dell'epoca, e prende ad indossare abiti di mussola bianca, fino ad allora intesi come semplici sottovesti.
Inconsapevole di anticipare, con la moda, quello che sarà il pensiero dirompente della Rivoluzione, Maria Antonietta archivia le affettate consuetudini di un'aristocrazia autoreferenziale e ammuffita e si avvia, a grandi falcate, verso un destino ineluttabile che, nel bene e nel male, ne fisserà per sempre il nome nella Storia.
Finalmente, dunque, arriva anche a Napoli il saggio di Fabrizio Casu, fashion designer ed esperto di storia della moda,
Programma:
17 giugno – ore 21.00
Nuovo Teatro Sanità (piazzetta san Vincenzo - Rione Sanità)
uno spettacolo di e con Roberto Solofria
21 giugno - ore 21.00
Nuovo Teatro Sanità
Proiezione del documentario: METAMORFOSI
Ideato e diretto da Paolo Lipartiti
Musiche di Paolo Vivaldi
Produzione AndroGiniArte di Lipartiti/Cammarota
22 giugno - ore 18.00
Il Tempo del Vino e delle Rose (piazza Dante)
TRA SCRITTURA E FESTIVAL LGBT
Incontro con Bruno Casini e Giovanni Minerba
Coordinano Claudio Finelli e Antonio Mocciola
23 giugno - ore 18.00
LUNEDÌ 02 MAGGIO 2016 > 18:00 >
GIUS GARGIULO: NAPLES, VILLE TRAVESTIE
I LUNEDÌ DELLA MEDIATECA
Presentazione libro ed incontro con l’autore
GIUS GARGIULO
Naples, ville travestie entre Pasolini et Patroni Griffi
Michel Houdiard, Ed., 2015
Napoli, città orientale ed europea, ed in seguito italiana, nel corso della sua storia plurimillenaria, si presenta sotto il segno di una seducente ambiguità, come città liminale, tra cielo e terra, tra marginalità e centralità, luogo travestito di virilità matriarcale e di dolcezza efebica mediterranea. La città sembra l’insediamento d’una tribù restata pura e preservata attraverso il tempo, come l’aveva evocata Pasolini nelle sue opere e soprattutto nel suo Decamerone, girato a Napoli con degli attori napoletani e in “lingua” napoletana agli inizi degli anni 1970. Eppure alla stessa epoca, Napoli si mette in scena, visibilmente eccitante come New York. Prima località “me ne fottista”, postmoderna, secondo la visione artistica del drammaturgo, romanziere e cineasta, Giuseppe Patroni Griffi. Questo libro traccia una riflessione su Napoli e la sua identità antropologica “travestita”, attraverso gli aspetti contradittori del Decamerone “napoletano” di Pasolini e le opere di Patroni Griffi, centrati sul personaggio del femminiello-travestito.
I «femminielli»: così vengono chiamati i travestiti vivendo nel centro storico di Napoli, ricordando l’origine greca della città, in una specie d’ambiguità erotica e socioculturale. Rimettono in causa, in maniera teatralizzata, le regole di comportamento stabilite dalle norme.
Presentazione di: Annalisa Aruta Stampacchia
docente di Lingua e linguistica francese Università degli Studi Federico II di Napoli
Interventi:
Fortunato Calvino drammaturgo e regista
Mariano D'Amora Royal Holloway, University of London
Paolo Valerio docente di Psicologia Clinica alla Federico II
e Direttore della Fondazione Genere Identità Cultura
Antonello Sannino Presidente Arcigay Napoli
Coordinatore: Claudio Finelli
In collaborazione con Poeté e Arcigay Napoli