Lesbo
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PATTI, CONTATTI E RIVELAZIONI
Lessi e rilessi quel messaggio fino a quando la vista si annebbiò, le parole scritte persero forma sfocando un'immagine lontana.
Come un dipinto a tempera dove i colori sono più forti nei contrasti e si attenuano nelle intersezioni delle diverse immagini rividi il suo volto: l'intensità dei suoi occhi rendeva la profondità del suo animo, le dolci onde dorate dei suoi capelli contrastavano con le tumultuose espressioni delle sue labbra.
"Non conosco altro mezzo più adatto nel percorrere le mille strade della vita che quello dell'amore. E' come un autobus sempre pieno che fa mille fermate, senza mai rispettare un orario, dove non tutti pagano il biglietto, mille sguardi s'incrociano spesso senza neppure sfiorarsi; è un via vai continuo di diversi passeggeri: a volte rivedi volti familiari altre ti senti solo tra sconosciuti.
Eppure il conducente non cambia. Questa è l'unica certezza. Avere una guida sicura che conosce la strada e che, pur tra tante fermate, ostacoli e ritardi ti condurrà alla meta. Oggi son salita sul tuo autobus e voglio che sia tu a condurmi."
Questa fu la mia risposta alla donna che più d'ogni altra mi aveva fatto comprendere che la vita non è fatta di sole ed inevase domande. Da quel giorno la mia vita cambiò. Non è l'amore che ti cambia la vita ma il vivere stesso equivale ad amare: tutto il resto è sopravvivere.
Avrei voluto tirare il freno d'emergenza, scendere da quel treno e correre indietro per raggiungerla ma sapevo che dal momento stesso in cui ci eravamo trovate nessuna distanza poteva più dividerci: io vivevo in lei, lei viveva in me.
Non saprei raccontare cosa accadde nei minuti successivi, ciò che feci. Innamorarsi è come fluttuare in un universo di emozioni dove non esiste la misura nè del tempo nè dello spazio. L'unica ragione è quella del cuore. E il cuore è l'organo più irragionevolmente intenso che abbiamo!
Iniziammo un rapporto telefonico e virtuale che divenne il centro e il senso delle nostre giornate.
Mi svegliavo la mattina con i suoi sussurri di vita; trascinavo i miei giorni con la forza dei suoi sorrisi; socchiudevo i miei occhi al tepore dei suoi baci. La sua realtà, seppi poi, era ben diversa.
Monica viveva il nostro amore come una boa in mare aperto, strattonata da frastornanti onde, alla quale aggrapparsi per non sprofondare nei cupi abissi del suo quotidiano.
Come avevo intuito il suo non era un matrimonio felice e non solo a causa della sua omosessualità.
Una donna può amare un uomo o un'altra donna quale che sia la sua natura.
Il cuore, lo dicevo prima, non ammette ragioni che contrastino con il senso dei suoi sentimenti e l'eco dei suoi battiti. Ma una donna che abbia un cuore non può nè deve amare una bestia che mortifichi la sua essenza ed il suo corpo. Lui arrivava a casa in piena notte. Sul principio del loro matrimonio lei, la sposa devota, che è cresciuta addormentandosi con la favola del principe azzurro e svegliandosi con il sogno dell'amore perfetto, lo attendeva con gli occhi umidi. Con il tempo le pupille si sono asciugate e quel fiore, impiantato nel suo cuore, si è rinsecchito fino a morire sotto i colpi dei calci e dei pugni.
Da quella porta dove ore prima era uscito l'uomo che, davanti a Dio, aveva promesso di amarla e proteggerla finché morte non li avesse separati, rientrava un essere abbruttito dall'alcool che stentava a tenere un equilibrio ma che non faceva fatica a rintracciare al buio il suo corpo per mortificarlo con violenza.
Quelle mani che l'avevano sfiorata come petali di rose d'amore divenivano artigli feroci che afferravano il suo corpo scuotendolo e privandolo dell'ultimo gemito di vita che le era rimasto. Mentre subiva inerte, come stordita da quell'uomo che non riusciva più a riconoscere, una lacrima, una sola, le solcava il viso e rifletteva nella sua mente l'immagine di quegli interminabili momenti come un film di cui non era più protagonista nè vittima ma impassibile spettatrice. Così mentre il suo corpo diventava un rifiuto di cui liberarsi, il suo cuore e la sua mente fluttuavano lontano ed ora finalmente avevano una direzione: mi raggiungevano... Dopo le violenze restava distesa anche ore sul pavimento completamente svuotata. Il suo corpo malato attendeva il ritorno del suo spirito di vita volato lontano. Solo allora si alzava , entrava in doccia e lasciava che l'acqua bollente bruciasse quelle carni sporche per ridarle una pelle nuova, una nuova vita. La prima persona a cui ebbe il coraggio di confessarlo fu sua madre. La donna non si mostrò molto stupita. Difficile non notare i lividi e l'ancor più evidente infelicità di sua figlia.
"Figliola è tuo marito, devi rispettarlo. Cerca di non contrastarlo così non avrete motivo di litigare e sarete felici. Infondo in tanti anni di matrimonio anche io e tuo padre abbiamo avuto dei contrasti ma con pazienza li abbiamo risolti e stiamo ancora assieme. Il guaio di voi giovani d'oggi è che per un minimo diverbio gettate via subito tutto , anche un sacramento, un legame così importante come il matrimonio!"
In quel discorso non si menzionava neppure una volta il termine "felicità", come se non fosse nè una prerogativa nè un valore ma neppure un semplice accessorio della vita di una persona. Monica si sentì ancor più colpevole: sporca, vigliacca e adesso anche superficiale! A me non disse niente per mesi finchè una notte squillò il telefono. Risposi. Dall'altra parte dei gemiti e una voce irriconoscibile, rotta dal pianto che sembrava provenisse dall'aldilà:
"Genny, aiutami, ti prego... - un mormorio disperato - Ho bisogno che sia tu a salvarmi, io da sola non riesco. Sono sporca. Sono vigliacca. Sono superficiale. Ma voglio scappare! Non posso più continuare... O con te o la morte: questa non è vita ma un calvario senza fine e io non sono il Salvatore di nessuno. Neppure riesco a salvare me stessa..." Non la feci terminare. Presi il primo treno e quel viaggio fu il più lungo della mia vita poiché ogni minuto durava un'eternità ed era come un ago infilzato nel mio cuore: quanto male ho provato... ancora non l'ho dimenticato né penso ciò avverrà mai!
Le scrissi visto che non rispondeva alle mie chiamate e l'ansia cresceva in me come un male profondo e soffocante. "Amore mio ti prego resisti, sto arrivando! Tu che hai dato un senso alla mia vita permettimi di renderti anche solo una goccia di quel temporale d'emozioni con cui mi hai investita. So di non essere in grado di salvare me stessa poiché, prima d'incontrarti, neppure riuscivo a vivere per ciò che sono, ma farò qualsiasi cosa per ridare al tuo cuore anche un briciolo refrigerante di speranza. Permettimi di condurre il tuo autobus al capolinea della felicità!"
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Salve. Sono un donna di 38 anni che convive con una donna di 33 da 2 anni. Io vivo al nord e lei è nata a Caserta. Abbiamo dei grossi problemi con i genitori di lei e non riusciamo a trovare una soluzione. Per i suoi genitori l'unica soluzione è la mia non esistenza e la non omosessualità della figlia. Mi potete aiutare in qualche modo? Grazie!
Ciao Marina,
rispondo alla tua mail partendo dal presupposto che conosco la Vs. sofferenza in questo momento.
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Avete chiesto di raccontare la propria storia. Non ho una mia storia. cio' che ho e' parte di una storia: la nostra storia. Non e' un tema epico ne' un trattato etico. Siamo noi. Io e lei. Ho scelto di raccontarla solo per rivivere i momenti piu' intensi, quelli che hanno cambiato il corso della mia vita. Non voglio che ne esca un quadro nostalgico ne' rancoroso poiche' cio' che e' stato vive ogni giorno in cio' che e' e so che si proiettera' in cio' che sara',nel bene e nel male, in un modo o nell'altro saremo sempre in due! non lo dico da ragazza idealista che resta legata al passato ma da donna nuova che vive in un presente dove puo' affermare se stessa, il proprio essere grazie ad un passato ormai remoto di confusioni, dubbi, lotte e sotterfugi che mi hanno costretta in un ruolo non mio. Siamo partite in quattro per arrivare in due. Ognuna portava dentro l'ombra di se stessa. Quell'ombra e' ormai fuori mi accompagna ma resta sempre e comunque alle mie spalle seppur non e' piu' una minaccia ma una compagna di viaggio che proietta il mio essere sul selciato ricordandomi di restare con i piedi per terra... siccome la "nostra storia" dovrebbe essere un racconto a quattro mani poiche' son sempre due le campane che devon suonare per dar giusta armonia ai rintocchi non vi parlero 'di me ma della mia parte di storia : lei, Monica.
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L'avevo appena conosciuta, ero al primo anno di Università . I suoi modi di fare, il suo sorriso, mi riempivano il cuore.
Era il motivo per cui ogni mattino correvo all'Università , con una voglia
indescrivibile di vederla. La nostra amicizia è stata quasi immediata, restavamo ore al telefono a raccontarci di tutto, ed ogni suo squillo era in grado di stamparmi un sorriso sulle labbra per almeno 12 ore.
Da lì ad ammettere a me stessa che l'amavo, il percorso è stato più che complesso.
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Le famiglie arcobaleno (due persone dello stesso sesso con figli naturali o adottati) sono una realtà anche oggi in Italia e sono per il 90% coppie lesbiche. Nonostante questo non esistono leggi che le garantiscano adeguatamente, ma gli studi sociali e psicologi in materia ci insegnano che lesbiche ed omosessuali sanno essere ottime madri ed ottimi genitori. Potrai confrontarti anche con loro in associazione nel caso tu sia già madre o abbia intenzione di diventarlo in modo naturale o attraverso l’inseminazione.
Al momento in Italia è vietato adottare figli per gli omosessuali, che sono considerati sempre solo single per legge, ma molte donne e coppie lesbiche vanno all’estero per l’inseminazione artificiale oppure usano metodi sicuri per un’inseminazione artigianale. In ogni caso nessuno ti impedisce di diventare un’ottima zia per i tuoi nipoti oppure per i figli delle altre coppie gay dell’associazione e vivere così un’esperienza straordinaria.
Tutte le informazioni che nessuno ti ha mai dato sulla salute delle donne lesbiche e bisessuali e le malattie sessualmente trasmesse a cura del Dr. Manlio Converti
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Molte donne lesbiche (28,7%) affermano in Italia di aver subito dalla propria partner una qualche forma di violenza verbale o fisica grave. I consultori in Italia dovrebbero servire anche le coppie omosessuali in difficoltà: accompagnate la vostra partner e chiedete insieme un sostegno. Nel caso di violenza da parte di uomini, anche della propria famiglia, la legge ti garantisce abbastanza solo quando hai il coraggio di sporgere denuncia alla polizia o ai carabinieri. Se hai paura di sporgere denuncia è comunque importante parlare di quello che ti è successo, con le amiche e gli amici dell’associazione, oppure con uno psicologo che ti capisca sia come donna che come lesbica.
Nel caso di violenza verbale o fisica da parte della tua compagna, prova a portare anche lei in associazione, al consultorio o dallo psicologo per risolvere insieme i vostri contrasti e trovare un migliore rapporto, soddisfacente per entrambe. Nel caso però di violenza maggiore o stupro ricordati che l’unica strada è quella della totale presa di distanza dalla persona che ti ha fatto violenza (parente o compagna che fosse) in questo ti potrà aiutare sia la forza pubblica, se fai una denuncia, sia le amiche e gli amici dell’associazione.
Tutte le informazioni che nessuno ti ha mai dato sulla salute delle donne lesbiche e bisessuali e le malattie sessualmente trasmesse a cura del Dr. Manlio Converti.
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L’abuso di sostanze è in genere ludico ed occasionale, ma l’abuso maggiore da parte delle donne lesbiche è un segnale grave di disagio sociale, come in tutte le comunità e le minoranze in difficoltà. Partecipare a gruppi di autoaiuto per fare coming out insieme alle amiche ed agli amici dell’associazione, affermando i tuoi diritti anche in famiglia, a scuola o sul lavoro, ti aiuterà sicuramente a riacquistare il tuo spazio nella società e quindi quel benessere sociale e psicologico che altrimenti può portare te o la tua compagna sulla strada pericolosa dell’abuso di sostanze.
Tutte le informazioni che nessuno ti ha mai dato sulla salute delle donne lesbiche e bisessuali e le malattie sessualmente trasmesse a cura del Dr. Manlio Converti
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Non ci sono differenze sostanziali tra donne che amano solo uomini, solo donne o entrambi, ma la discriminazione nei confronti delle donne lesbiche è tale da ridurre la capacità di fare prevenzione o di chiedere aiuto in tempo in caso di bisogno. Questo testo è pensato proprio per ricordare alle donne che amano altre donne quanto sia importante la propria salute e quella della propria compagna.
Malattie Sessualmente Trasmissibili
L'amore ti protegge.
La prevenzione dei Tumori al seno ed all’utero.
Bisogna sapere che esiste una differenza sostanziale tra le donne del nord e del sud Italia nella richiesta di mammografia e di visite ginecologiche a scapito di quelle del meridione: solo il 32% pratica la mammografia ed il 44,6% il Pap test contro un 55% e 70% delle donne lesbiche del nord Italia.
Questa disattenzione alla propria salute da parte delle donne lesbiche del sud Italia è grave perché aumenta inutilmente il rischio di avere tumori al seno e all’utero.
Ricorda anche alla tua compagna quando è il momento di ripetere il Pap test e la Mammografia!
Donne che amano anche gli uomini.
- Per maggiori info contatta www.arcigaynapoli.org
- La nostra sede si trova in Vico San Geronimo alle Monache, 19 (guarda mappa)
- Numero telefonico: 081 552 88 15
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L’idea di introdurre all’interno del nostro programma informativo una direzione esclusivamente lesbica non nasce dalla necessità di sovrapporsi all’arcilesbica, che da anni sta già contribuendo, attraverso la propria sede e associazione, a divulgare informazioni riguardanti la realtà che molte di noi si ritrovano ad affrontare, bensì dalla voglia di incorporare in un’unica associazione status diversi con il motto:“ l’unione fa la forza”. Viviamo in una società che, per quanto progressista si dice voglia essere e/o diventare, vede ancora il mondo gay, trans e lesbo con l’etichetta dei cosiddetti “diversi”. Il nostro intento, cara amica, quindi, è quello di abbattere questo muro di ostilità nei nostri confronti in quanto non siamo poi così tanto diversi da quelli che si etichettano “normali”.
Ho deciso, così, di prendere in mano le redini entrando come tassello mancante nell’esecutivo per contribuire e unificare tutte le problematiche e le innumerevoli domande di chi per la prima volta si rende conto di essere uno di noi e avere, così tutte le risposte per vivere la propria omosessualità in piena libertà.
Il lesbismo esiste , ma ancora oggi vive nell’ombra. Pertanto ritengo debba essere tutelato alla pari dell’omosessualità maschile.
Ognuno di noi, nel corso della propria crescita e attraverso le esperienze riguardanti i primi approcci sessuali, sa benissimo dentro di sé che ammettere la propria tendenza sessuale è il primo ostacolo difficile da superare. Attraverso la mia esperienza personale, posso ritenere che il mondo lesbo è sempre risultato complicato da comprendere e questo perché, più di quanto facciano omosessuali e trans, tendiamo prima noi stesse a ghettizzarci e a restare nell’anonimato nongio partecipando ad ottenimento dei nostri diritti.
Tante sono le domande che cominciano ad affollare la mente; tanta la confusione nell’affacciarsi in questa realtà; tante le problematiche da affrontare riguardanti la famiglia; tante le sensazioni che proviamo di fronte a ciò che ci risulta nuovo.
Bene cara amica, iniziamo questo cammino insieme! Entra a far parte anche tu come membro della nostra associazione e, se hai domande da porci, storie da raccontarci o vuoi venirci a trovare, inviaci una tua mail a : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Informazioni utili:
- Indirizzo della sede: Via San Geronimo Alle Monache, 17 (guarda mappa).
- Numero di telefono della sede: 081 552 88 15